venerdì 22 ottobre 2010

Chiudo il blog?

Sono passati 22 giorni tra gli ultimi due post precedenti a questo.
22 giorni in cui ho seriamente pensato di chiudere il blog.
Il tutto è nato da un fatto casuale che vi racconto: navigando su internet, sono capitato su un forum di musica in cui, nella stanza OFF-Topic, si parlava di un blog di un mio amico. Questo blog è molto personale, rivolto esplicitamente agli amici, benché lasciato pubblico, proprio per questo criticabile in alcune scelte, ma so per certo realizzato con le migliori intenzioni.
In questo forum veniva additato e criticato proprio da un altro amico (che non si è quindi rivelato tale) protetto però dall’ anonimato del nickname.
Le prime reazioni sono state molto violente, il blog (e di riflesso il mio amico) è stato preso in giro, insultato, ridicolizzato, sempre ovviamente a insaputa dell’ autore del blog.
Dopo parecchi interventi qualcuno si è messo a ragionare e a difendere comunque il mio amico, riconoscendogli almeno le buone intenzioni, pur magari non condividendone le scelte e difendendo la libertà di pubblicare ciò che preferisce nel suo blog (si parla di esperienze personali, che quindi non offendono la sensibilità di nessuno. Nessun inno alla violenza, alla pedofilia o altri temi moralmente offensivi).

Il forum proseguiva con esempi di varia umanità, di atteggiamenti di superiorità, di violenza, di ragionevolezza, di comprensione, di derisione e tutti gli altri aspetti tipici dell’ animale uomo.

Ho cominciato a chiedermi che senso abbia esporre me stesso, tramite il mio blog, al pubblico ludibrio; perché debba mettere in piazza aspetti comunque personali (anche quando parlo di libri o fumetti) che chiunque può legittimamente ridicolizzare, criticare o altro.
In fondo sono io che per primo rendo pubblico un pensiero: chi legge ha tutto il diritto di farne ciò che vuole (nei limiti civili dell’ educazione).

Nel forum si diceva “che triste ‘sta mania dei blog personali, come se a me ne fregasse qualcosa delle tue paranoie esistenziali”.
Il mio blog contiene “paranoie esistenziali”? Forse qualche volta sì.
Allora perché metterle in piazza?
Aggiungiamo che non credo molto alla sincerità di coloro che dicono “io vado avanti e non me ne frega niente”, perché comunque, essere criticati fa male.

Sinceramente non ho trovato risposta ai miei quesiti, ma quando qualcuno mi dice di non fare una cosa, di solito mi viene la voglia di farla.
Sono andato a rileggermi il mio primo posto “L’ elastico”, vera dichiarazione d’ intenti di questo blog e ho sentito che quella voglia di esprimermi, di allenare il cervello è ancora intatta.
Probabilmente d’ ora in poi cambierò il tenore dei miei articoli, non parlerò di fatti troppo personali, ma per ora si continua.
Fino a quando, si vedrà.

Di Cultura e tavolini che ballano

Se mi si chiedesse una definizione esaustiva ed esauriente della parola “Cultura”, penso che avrei delle difficoltà a rispondere; quando però mi ci imbatto, penso di riuscire a riconoscerla.
Domenica sera sono stato a un incontro presso la libreria “Massena 28”, in via Massena a Torino (indovinate il numero civico).
L’ incontro era il momento conclusivo di un workshop di fumetto svoltosi sabato e domenica con Davide Toffolo.
Io ci sono andato con la speranza di uno sketch, ma purtroppo Davide ha solo salutato e poi è tornato a casa.
L’ incontro è continuato però con uno degli editori della BECCOGIALLO, casa editrice di fumetti specializzata in storie di “fumetto civile”, cioè basati su fatti e persone reali (Ustica, piazza Fontana, il massacro del Circeo, Martin Luther King, sono alcuni esempi).

Gli interventi, le persone intervenute, la libreria stessa erano intrise di voglia di fare e di sapere, di capire, di esprimere, di imparare. I contenuti dell ‘intervento sono troppo lunghi e complessi per affrontarli qui.
In questo contesto ci tengo a parlare della libreria.
Io non sono per forza contrario alla diffusione del libro nei centri commerciali o nelle grandi librerie tipo Feltrinelli, ma le piccole librerie hanno un fascino particolare e si possono permettere un approccio molto più personale.

Tre aspetti che mi hanno colpito:
- I libri sono tutti a prezzo pieno, niente 15% politico come nei supermercati. Unica eccezione, un’ offerta del 15% SOLO sui titoli dei piccoli e piccolissimi editori (il più conosciuto è la Marcos Y Marcos).

- Appesa al muro, di fronte alla porta, la lavagnetta nera, con i titoli dei libri consigliati scritti a mano con il gessetto

- Un tavolino che balla.


E cosa ci si mette sotto un tavolino che balla per farlo stare in piedi? Ovviamente un libro. Ma che in una libreria si usi un libro per una cosa del genere è una cosa strana.
Se però ci si avvicina e si guarda il libro usato, diventa tutto più chiaro!

giovedì 30 settembre 2010

Di grembiulini e mezzi pubblici

Settimane convulse. Queste due ultime settimane sono state un delirio.
Leo ha cominciato la scuola materna e, dopo l’ entusiasmo iniziale dovuto alla novità, ora è subentrato il disagio e lo stress del cambiamento, quindi capricci, litigate e perdite di tempo, un malessere che influenza anche il sonno notturno, sempre breve e interrotto; in questo modo anche io e Franci dormiamo poco, siamo nervosi e il tutto si amplifica in un circolo vizioso.
Devo dire che accompagnarlo in una nuova scuola e lasciarlo da solo, con il suo grembiulino verde, tra bimbi e maestre che non conosce, qualche volta mi ha fatto venire un po’ di magone.
Poco per volta , ora dovrebbe subentrare una routine: Leo ha cominciato il suo orario normale all’ asilo, dopo un primo periodo di inserimento a orari ridotti. Spero quindi che come sempre la routine porti anche stabilità e sicurezza e tutto torni a ritmi più normali.
Dormiamo poco, la tv neanche la accendiamo e non parliamo del computer!




La scorsa settimana poi sono stato 3 giorni a Roma per un corso di lavoro: esperienza divertente e rilassante per certi versi (quanto è bello passeggiare per Roma!), ma stressante per altri.
A tutto questo aggiungiamo che la macchina ci ha messo del suo, con un guasto di quelli tosti, che mi ha bloccato la macchina per 4 giorni e mi è costato quasi 800€!
Il guaio è che il problema non è ancora completamente risolto e non sono soddisfatto quindi si continua a cercare vari inconvenienti.

La speranza è che con questa settimana le cose si aggiustino un po’ e poco per volta si rientri a un ritmo più sereno.

La scoperta del giorno è venire a lavoro in autobus. Proprio a causa della macchina sono stato costretto a prendere i mezzi pubblici, che non avevo mai preso per vari problemi logistici, primo fra tutti il dover accompagnare Leo al nido.

Ora invece che non ho più questo impegno, ho potuto provare a prendere l’ autobus e l’ esperienza è stata molto positiva. Il tempo impiegato all’ andata è stato di poco maggiore (50 minuti contro i 40 in macchina), ma lo stress è molto minore. Fortunatamente il tram non era particolarmente pieno e mi sono potuto sedere e leggere un bel libro a fumetti per tutto il tempo.
E’ stato un tempo regalato a me stesso, sereno e che mi ha permesso di arrivare in ufficio molto meno stressato e nervoso.
Il vero problema è il ritorno, poiché in macchina impego quasi mezz’ ora in meno e ho bisogno di tornare il prima possibile a casa.

Se non fosse per questo prenderei il tram tutti i giorni, risparmiando parecchi soldi, inquinando meno, leggendo più libri e fumetti e vivendo molto più tranquillo!

Ci risentiamo presto.

giovedì 23 settembre 2010

Buon Compleanno, Franci!

In questi giorni sono a Roma per un corso. Sfrutto una pausa e un PC libero.
Oggi è il compleanno di Franci.
Tantissimi auguri, Pac!
Appena torno, festeggiamo.

giovedì 16 settembre 2010

Babbo è in prigione

Qualche anno fa, durante un' edizione del salone del libro, ho visto un concerto di De Gregori all' auditorium del Lingotto.
In quell' occasione gli ho sentito cantare una canzone che non conoscevo e che mi ha colpito nella pancia come un pugno.
La canzone si intitola "Babbo è in prigione" e in 10 righe compreso il titolo e in 2 minuti di canzone parla di violenza domestica.
Giudicate voi.

Babbo è in prigione - Francesco De Gregori

Stella guarda la luna,
la luna guarda Stella,
la notte è bella.
E' bella e profumata,
d'aranciata e di menta,
Stella è contenta
che babbo se ne è andato,
che babbo è via lontano.
E mamma lava i piatti e canta piano

venerdì 10 settembre 2010

A neve ferma


Come accennato in un post precedente, in vacanza ho letto “A neve ferma” di Stefania Bertola.
E’ stata una scelta dettata dalla necessità (non avevo altri libri), ma il consiglio di Franci, che ha letto quasi tutto di questa autrice, è stato ottimo.
Avevo sempre etichettato i romanzi della Bertola come rivolti a un pubblico femminile e per questo non li avevo mai presi in considerazione.
Indubbiamente “A neve ferma” non si rivolge a un pubblico maschile: poca azione, personaggi principali per lo più femminili, storie d’ amore per lo più travagliate.
Sarebbe però un gravissimo errore confondere questo libro con un romanzetto della collana Harmony!
Il libro mi è piaciuto tantissimo merito di un’ ironia unica e irresistibile che pervade tutta la storia.
I personaggi sono sì femminili, ma assolutamente unici, originali, sopra le righe anche se mai assurdi, anzi molto realistici nel loro modo di agire e assolutamente mai stereotipati.
Un personaggio della Bertola, stanca per una giornata di lavoro, non indosserà un baby doll sexy e non cederà alle avances del corteggiatore di turno, ma molto più probabilmente gli sbatterà la porta in faccia, trascinando il proprio tutone verso un letto sfatto da giorni!

Il fatto poi che i suoi personaggi si muovano in una Torino (e provincia) che conosco e che posso riconoscere è sicuramente un elemento che mi fa apprezzare ancora di più la storia.

Stefania Bertola, poi, scrive benissimo.
Ha uno stile efficace, pulito e chiaro, ma assolutamente originale e riconoscibile. E’ in grado di creare suspance, commuoverti e farti ridere; soprattutto l’ ironia, che in certi tratti strizza l’ occhio alla comicità, è ciò che mi ha colpito di più, con trovate assolutamente geniali (suor Janice che si è fatta suora dopo aver visto Woodstock, mi resterà nel cuore!).

Per assurdo, l’ elemento più debole è forse l’ intreccio, un po’ esile se non fosse sostenuto da tutto ciò di cui ho parlato finora.
Franci mi ha detto che questo è stato il libro della Bertola che forse le è piaciuto di meno e me ne ha consigliati altri.
Se questo era il peggiore e mi è piaciuto così tanto, sono ansioso di leggere i prossimi!

lunedì 6 settembre 2010

Anno sabbatico


L’ altra settimana ho preso una decisione epocale.
Sono andato da Franci e le ho detto: “Ho deciso, per un anno non compro più fumetti”.
Lei ha sgranato gli occhi, incredula; in pochi secondi ho visto affacciarsi nella sua mente una serie di interrogativi inquietanti: “Cosa è questo essere che si è impadronito del corpo di mio marito? Si sta avvicinando la fine del mondo? Ma allora i miracoli esistono e davvero non bisogna perdere la speranza!”

In realtà ho deciso di non COMPRARE fumetti, ma non ho detto che smetterò di LEGGERLI!
Ho preso coscienza infatti di tutto quello che ho messo da parte e che devo ancora leggere e ho capito che non mi sarebbero bastati anni. Aggiungiamo poi che magari qualche storia sarebbe anche bello rileggersela e si capisce come l’ unica possibilità sia la pensione dal lavoro.

Gli appassionati di fumetti sono gente strana: amano la carta e il possedere libri eleganti e curati; sono disposti a ricomprare una storia che già possiedono se viene pubblicata in un’ edizione più bella e contenente allettanti extra (copertine e articoli inediti); comprano libri di autori che “non possono mancare” nella biblioteca di un appassionato, ma poi li accantonano in attesa di avere il tempo di leggere con calma. Sono spesso collezionisti e comprano decine di albi, pur di avere una collezione completa che non leggeranno forse mai. Sono felici di essere consapevoli di possedere una storia anche se non andranno mai a recuperarla, ma “intanto ce l’ho”.

Insomma, tra albi recuperati su ebay, alle fiere e sui forum, comprati e messi da parte per “leggerli con attenzione”, ordinati per avere uno sketch, acquistati in edicola a cadenza settimanale, sono arrivato ad avere almeno 600 pezzi da leggere (senza distinguere tra l’ albetto di poche pagine e il volume stile treccani).

Aggiungiamo poi che non riesco a risparmiare un euro da mesi e si capisce la mia decisione.
Voglio provare a finire gli albi comprati da poco per poi essere libero di andare in mansarda e scegliere tra i miei 9000 albi cosa leggere, senza altra spinta se non il puro piacere personale.

Ovviamente ho già dichiarato che ci saranno alcune eccezioni, albi singoli o comunque di poco prezzo-pagine che continuerò a prendere per vari motivi più o meno giustificabili (ad esempio Julia perché lo legge anche Franci).

Per dimostrare che non sono solo chiacchiere, sono già andato in fumetteria e ho sospeso tutti gli abbonamenti.

Purtroppo non ho fatto in tempo a smettere che già cominciano le tentazioni: nuovi albi, anteprime, sconti mi circondano.

Ma resisterò! Come con la dieta, il periodo peggiore è l’ inizio, i primi giorni in cui si sente maggiormente il bisogno di cibo: basta resistere all’ inizio e poi è tutta discesa…

…infatti sto ingrassando…

mercoledì 25 agosto 2010

Sono tornato

Sono tornato ieri dalle vacanze. Ho lasciato Franci e Leo al mare e ora mi riposo 4 giorni da solo in città! Sono state 3 settimane piuttosto "normali": nessun viaggio in posti esotici, nessun museo, mostra o evento da raccontare; 3 settimane di vita di mare e tante mangiate.
Contrariamente a quanto pensavo, sono riuscito a leggere parecchio, anche se purtroppo mi ero portato dietro poco: ho quindi svaligiato l' edicola (non che la cosa mi sia dispiaciuta).

Visto il numero, non mi metterò a scrivere recensioni di ogni albo, ma mi limiterò a un voto e qualche commento.

Ecco le mie letture estive per quanto riguarda i fumetti:



Nathan Never 230: Leo è rimasto affascinato dalle illustrazioni di astronavi e pianeti. Storia molto piacevole, di pura fantascienza.
Voto: 7,5



Nathan Never 231: 5 racconti legati da una storia che fa da filo conduttore. Un esperimento interessante, ma che risente della brevità dei racconti e dai disegni non sempre all' altezza.
Disegnatore preferito: Ivan Calcaterra.
Voto: 6,5



Raccontino inedito che inaugura la collana Diabolik - Gli anni d' oro. E' un divertimento degli autori, non certo molto significativo, che si fa notare per i disegni ottimi di Palumbo e per l' ironia della storia in sè (con Diabolik che vuole rubare le sue storie a fumetti!).
Voto: 6,5



Diabolik - Gli anni d' oro 1: primo numero della collana. L' edizione è molto curata anche se ho trovato le rubriche di approfondimento un po' superficiali. Ho sentito opinioni discodanti sull' uso del colore, ma a me non è dispiaciuto.
Voto: 7


Diabolik R 590
Voto: 6,5


Lilith 4
Voto: 8


70 anni di Marvel: raccolta di storie ambientate nella golden age. Alcune molto belle (la migliore quella sui giovani alleati).
Voto: 7,5

Wolverine Noir: secondo me il volume peggiore di questa collana.
Voto: 6



For Fans Only: Vendicatori - Gli eroi più potenti della Terra.
Storia interessante ma per veri fan dei Vendicatori. Io l' ho trovata un po' "legnosa".
Voto: 6,5


Martin Mystere 310: come spesso succede sono più interessanti le notizie storiche e le rubriche della storia vera e propria.
Voto: 5,5


Cassidy 4: questa serie non mi ispirava per niente, Ruju, lo scrittore, su altre testate non mi piace proprio, ma questi primi 4 numeri, pur non essendo particolarmente originali, mi sono piaciuti; un buon intrattenimento che fa venir voglia di continuare.
Voto: 7


Dylan Dog color fest 5: come ogni raccolta di racconti brevi, alcuni sono meglio di altri. Ci sono state comunque delle chicche piacevoli. Miglior disegnatore Frisenda. A me questi albi comunque piacciono e li leggo sempre volentieri.
Voto: 7,5


Tex 598: storia che si lascia leggere ma delusione per i disegni di Seijas, che adoravo su opere come Helena.
Voto: 6,5


Valter Buio 6: una delle serie che seguo con più piacere in questo periodo. Mi sta proprio piacendo anche se non sempre i disegni sono eccellenti.
Voto: 8


Ecco invece le mie letture di narrativa. Rimanderò a futuri post delle recensioni più approfondite:




Ho finito il libro di Stefano e mi ha divertito un sacco. Alla fine mi aveva catturato e dovevo assolutamente sapere come sarebbe finito. Il finale aperto lascia molti interrogativi per un futuro seguito che spero uscirà...altrimenti me lo faccio raccontare!




Non sapendo più cosa leggere, ho iniziato questo libro di Franci ed è stata una vera scoperta! Mi è piaciuto molto e trovo che Stefania Bertola scriva davvero bene! Non sarà l' ultimo libro che leggerò di questa autrice.


Uff... finito!

venerdì 30 luglio 2010

Buone vacanze!


Ultimo giorno di lavoro.
Sabato e domenica li dedichiamo alle pulizie e alle valige e poi lunedì io e Leo partiamo per la Liguria. Franci rimane a casa a lavorare ancora una settimana e poi ci ricongiungiamo in Toscana venerdì prossimo.
A Settembre, poi, comincerà l' avventura della scuola materna per Leo: un primo grande passaggio nella sua vita scolastica.

Io tornerò a fine Agosto e fino ad allora, non avrò un computer a disposizione, quindi niente aggiornamenti.

Ci risentiamo a Settembre!

Per chi se lo fosse chiesto, lo sciopero era andato abbastanza bene, ma al momento non so ancora nulla delle decisioni prese da Azienda, Governo e Sindacati. Speriamo di non avere brutte sorprese al rientro.

Buone vacanze!

lunedì 19 luglio 2010

Sciopero


Oggi lavoro 4 ore e poi entro in sciopero.


Chi mi conosce sa che io lavoro in Telecom, ormai da 13 anni.

Prima ero un dipendente Tim, poi c'è stata la fusione Tim - Telecom e ora sono un dipendente Telecom a tutti gli effetti.

Qualcuno avrà sentito la notizia al TG, comunque è un fatto che la Dirigenza Telecom ha dichiarato 3700 esuberi (e altri 3000 sono annunciati per la prossima tornata).

La lettera ufficiale è partita e se non si giungerà a un accordo entro 75 giorni, 3700 persone se ne andranno a casa.

E' notizia degli ultimi giorni che le procedure sono congelate (non ritirate) fino al 30/7, data entro la quale la Dirigenza, i sindacati e il governo dovranno trovare un accordo altrimenti si riapriranno le procedure.

Nel mio reparto, con il mio livello, qui a Torino, siamo in 260. Di questi, 5 dovranno andarsene a casa (non siamo uno dei settori più colpiti, per ora). Saranno 5 persone che probabilmente conosco, almeno di vista.

La cosa che fa incazzare è che l' azienda non è in crisi, produce milioni di euro di utile! Questi soldi però vengono divisi tra gli azionisti e non utilizzati per rilanciare l' azienda e creare lavoro.

Non voglio entrare troppo nel merito, un po' per ignoranza mia, un po' perchè sarebbe troppo lungo, però un' azienda che non investe nel suo futuro è un' azienda destinata a morte certa. Il fatto che non sia stato, di fatto, presentato un piano industriale di investimenti, ma solo un progetto di tagli non fa certo sperare per il meglio.

Purtroppo siamo in mano a banche e azionisti che vogliono rientrare in fretta e bene dei soldi spesi e a cui non frega niente di investire a lungo termine, anche se di possibilità ce ne sarebbero.

La situazione non è bella, anche se l' annuncio dell' incontro con il Governo apre qualche prospettiva. Purtroppo però quando si tratta di trovare un accordo, bisogna sempre mediare: speriamo non sia troppo alto il prezzo da pagare.

mercoledì 7 luglio 2010

Storie di fate - 2

Stefano mi ha mandato l' elenco delle librerie in cui è possibile trovare il suo libro:

- Libreria "Eleste", Via Passo Buole 59, Torino
- Libreria "Arethusa", Via Po 2, Torino
- Libreria "Zanaboni", C.so Vittorio Emanuele 4, Torino
- Libreria "Linea 451", Via Santa Giulia 40/a, Torino
- Libreria "Il libraccio", Via Ormea 134, Torino
- Edicola "Furnò", Corso Traiano, angolo Via Pio VII, Torino

A breve dovrebbero aggiungersene 2 o 3.

Nel frattempo sono andato un po' avanti nella lettura e posso già dire che è molto divertente!

martedì 6 luglio 2010

On Air


Ieri, intorno alle 17:20 sono andato in diretta su Radio Deejay.
La trasmissione di Vic era incentrata sui vizi: mentre tornavo a casa ho mandato un messaggio scrivendo che io ho il vizio dei fumetti.
Tempo pochi minuti mi ha richiamato Chiara di radio Deejay e mi ha mandato in onda a scambiare quattro chiacchiere con Vic.
Ero molto divertito, ma anche emozionato e la voce impastata e i discorsi impacciati tradivano questo imbarazzo.
Alla fine comunque è stato divertente anche se sono passato per uno sfigato, che cataloga i fumetti in un database e che va spesso a Parigi per comprarsi i fumetti (in realtà ci sono andato due volte e non ho comprato niente, visto che non parlo francese).
Però ho parlato della mia mansarda e mi è sembrata una cosa molto bella!

Comunque non ho nessuna intenzione di riascoltarmi anche se forse è possibile farlo dal sito di radio deejay in podcast.
Che ridere, comunque!

mercoledì 30 giugno 2010

Storie di fate e molto altro



Mio cugino Stefano ha scritto un libro.
Ma la cosa bella è che l’ha anche pubblicato, per una nuova piccola casa editrice di Torino che si chiama Edizioni Politeia.
Il libro si intitola “Storie di fate e molto altro” ed è un libro fantasy.

Purtroppo al momento non so molto altro. Ieri sono riuscito ad avere la mia copia e ho iniziato la lettura, ma sono ancora all’ inizio del secondo capitolo.

Posso dire però che sono molto fiero di questo risultato.
Stefano ed io non ci frequentiamo molto (in realtà lui è il figlio del cugino di mia madre) ma l’ ho sempre sentito come uno “spirito affine”, per tutte le passioni che abbiamo in comune. Solo che mentre io cazzeggiavo, lui faceva sul serio!
Gli piace la chitarra e ha preso lezioni e si esibisce in pubblico; gli piace recitare e si è iscritto a una scuola di Teatro e ora fa provini; gli piacciono i fumetti e il fantasy e ha scritto un libro. Ovviamente senza trascurare di laurearsi e avere una vita piena di amici e impegno sociale.

Il libro non l’ ho ancora letto, ma sono sicuro che vi si sia dedicato con l’ impegno e la passione che lo contraddistinguono.
Per questo gli auguro tutto il successo che si merita!

Appena finisco il libro, ne faccio una piccola recensione.

lunedì 28 giugno 2010

P-HPC


P-HPC di Ausonia è un fumetto che fa male.
Se siete tristi, o depressi, o in generale poco ottimisti o negativi, lasciate perdere.
Se in un fumetto cercate evasione, tanti baloon e onomatopee, BOOM ZACK KA-POW, superfusti ipertiroidei o eroine sexy, cambiate lettura.

Se invece il fumetto per voi è una forma di espressione e cercate qualcosa che entri in comunicazione con voi, che vi faccia pensare e che non per forza vi debba piacere, ma sicuramente non lasciare indifferenti, allora le opere di Ausonia sono una buona scelta.

Non so se lui sarebbe contento di questa definizione, ma per me Ausonia è veramente un "artista", parola che per me sta a significare una persona con una sensibilità e una visione del mondo diverse e che danno origine a un processo creativo, in cui si esprimono e nel quale trovano completamento. (Provate a dare un' occhiata al suo blog).

La forma visiva si esprime nella commistione originale di foto più o meno elaborate e di disegni, nella scelta di non usare i baloon, ma un lettering scritto a computer con un carattere freddo e artificiale, anche quando a parlare sono i protagonisti della storia, con le loro emozioni e i loro pensieri.

Quello che però fa male è il senso di oppressione e di inevitabilità, di non poter tornare indietro dalle proprie scelte, la sensazione di stare rinunciando a qualcosa di importante, di vitale, per sempre.

In un futuro prossimo, o meglio in un presente molto tecnicizzato, il Post Human Processing Center è un centro a cui le persone, volontariamente, possono rivolgersi, per trovare una loro collocazione nella società, nel processo produttivo, al prezzo, “semplicemente”, della propria umanità.

Chi sceglie di andare al P-HPC attraverso una serie di operazioni si vedrà privare non solo del proprio corpo, ma anche dei propri ricordi, dei propri pensieri, finchè la cosa importante non sarà più pensare ma solo agire e diventerà una macchina a tutti gli effetti.

Questa disumanizzazione sarebbe terribile già di per sé, ma la consapevolezza che sia volontaria la rende, per me, insopportabile.

Ma P-HPC è anche una storia d’ amore, forse di un amore non corrisposto o non corrisposto nello stesso modo, che porta Uto a perdere tutto per ritrovare la sua Sarah.

E’ dalle sue parole che possiamo vivere il processo graduale di trasformazione da uomo a macchina, un processo “educato”, analitico, raccontato in maniera pacata, senza attacchi violenti, senza rabbia, senza termini volgari o immagini raccapriccianti. Tutto il terrore, il dolore, la disperazione, la violenza è lasciato alla sensibilità del lettore e in questo modo si innesca un processo di identificazione che amplifica ancora di più le emozioni; per assurdo, più le sensazioni del protagonista diventano fredde e impersonali, più quelle del lettore si accentuano e si acutizzano.

Non mi vergogno a dire che quando riaprivo il volume da una pausa dalla lettura, provavo un profondo senso di tristezza, per il mondo in cui stavo per entrare.

P-HPC è un libro da leggere, che sicuramente non piacerà a tutti (a me è piaciuto un sacco, per quello che vale), che potrà rattristare, innervosire, esaltare o deprimere, ma sicuramente non lasciare indifferenti.

Sinceramente, ad un libro, io non posso chiedere molto di più.

venerdì 25 giugno 2010

Afono

Oggi sono completamente afono, praticamente non mi si sente!
Speriamo di migliorare nel week end.

mercoledì 23 giugno 2010

E di nuovo si lavora di notte

Sono le 06:00 e sta per finire una nuova notte lavorativa.
Partita malissimo, con febbre e mal di gola, è stata abbastanza tranquilla e ora sto abbastanza bene. Ancora un po' di burocrazia e vado a casa e oggi non mi alzo dal letto per riprendermi.

Poco fa ho trovato questo e mi ha molto divertito:

martedì 22 giugno 2010

Finito!

E' arrivata anche la sovracopertina del mio volume rilegato! Ora è proprio finito!
Finalmente ho trovato un tipografo in gamba (Daniele) che ha capito cosa mi serviva e si è procurato della carta spessa ma non troppo e abbastanza lucida da dare un bell' aspetto al volume.
Sono soddisfattissimo!




Prometto che per il prossimo post cambio argomento!

lunedì 21 giugno 2010

Lavori in corso - 2


Una domenica di lavoro intenso!

giovedì 17 giugno 2010

Uomo Faber


Un volume di cui avrei voluto parlare tempo fa è UOMO FABER, un libro-omaggio a fumetti su Fabrizio de Andrè, scritto da Lorenzo Calzia e disegnato da Ivo Milazzo.

Da ammiratore e appassionato delle canzoni di De Andrè, ma anche dell’ opera di Ivo Milazzo, non potevo lasciarmi sfuggire questo volume.
Devo dire però che ho cominciato la lettura con un misto di eccitazione e titubanza, in quanto ero piuttosto critico su come si potesse racchiudere l’ opera di un autore come Fabrizio De Andrè in meno di cento pagine di fumetto.

Devo ammettere che terminata la prima lettura, sono rimasto un po’ dubbioso, spiazzato in quanto il volume finisce in fretta, forse troppo e la mancanza, voluta, di cenni biografici lascia un po’ interdetti.
E’ stata necessaria una seconda lettura per capire che quella intrapresa dagli autori era
l’ unica strada possibile: evitare una narrazione cronologica e biografica, cercando invece di evocare e omaggiare le canzoni, i personaggi, i luoghi che popolano le canzoni di De Andrè.
La storia parte quindi da un evento reale, una visita di Fabrizio alla vecchia casa di villeggiatura della sua infanzia in provincia di Asti, per raccontare in poche parole alcuni lati dell’ uomo Fabrizio de Andrè (il suo amore per la campagna, la Sardegna, la sua infanzia, la sua famiglia); poi con la scusa di un sogno, la storia prende una direzione diversa, espressa bene da un cambio radicale nell’ illustrazione che passa dal colore al bianco e nero. In questa parte, l’ ordine cronologico degli eventi non ha più importanza, ma diventano protagonisti gli abitanti dei carruggi, le visioni che si accavallano e che richiamano immediatamente le canzoni di Faber (Fiume Sand Creek, Princesa, ecc…).

E’ questa la parte forse più importante, più sentita del volume.

Il finale ci riporta al livello reale, con un accenno importante però al rapporto di Fabrizio con suo padre, che ne lascia intuire l’ importanza e che forse avrebbe meritato qualche pagina in più.

Sul lato disegni, Ivo Milazzo si conferma un grande professionista, che però ho apprezzato molto di più nella parte in bianco e nero piuttosto che in quella a colori, in cui le tonalità sono troppo contrastate e pesanti; inoltre non tutte le vignette sembrano curate nello stesso modo, con i volti di Fabrizio non sempre disegnati apparentemente con la stessa cura. In alcune vignette però traspare la bravura del maestro Milazzo, come nel volto di Dori Ghezzi che guarda Fabrizio parlare di suo padre: i pochi segni che disegnano gli occhi sono in grado di esprimere da soli quello che io potrei provare a raccontare in una pagina scritta, ma con meno efficacia.

In conclusione un bel volume, curato, che forse non aggiunge nulla a tutto ciò che è già stato scritto su De Andrè, che non svela aspetti sconosciuti o inediti né dell’ uomo né dell’ opera, ma che è un bell’ omaggio, sentito, fatto con amore e rispetto per uno dei più grandi autori della nostra storia.

Lavori in corso

Oggi inauguro questa “rubrica” del mio blog. L’ intenzione è di scrivere quello di cui mi sto occupando in questo periodo, quello che mi occupa la mente e il tempo libero. Ovviamente è escluso il lavoro in ogni sua parte e le varie incombenze quotidiane, quindi rimane la parte piacevole.
In questa rubrica quindi elencherò quello che mi passa per la testa ma che non per forza si concretizzerà in un risultato immediato (forse avrei dovuto intitolarla “Cosa vorrei fare”).

Sto preparando due nuovi volumi da rilegare con le storie di Devil, che si collocano successivamente al volume che ho fatto. Trovo divertentissimo cercare gli albi che mi servono e preparare l’ indice, cercando di fare volumi corposi ma non troppo, decidere quali racconti inserire e quali no, verificare di avere tutte le copertine, ecc… Un piccolo lavoro da editor.

C’è poi un’ altra cosa che mi gira in testa, ma non so se parlarne per scaramanzia. Vorrei scrivere una cosa, impegnativa, ma se già sono pigro ad aggiornare il blog, figuriamoci realizzare un progetto più complesso.
Al momento è tutto solo nella mia testa e in qualche paginetta buttata giù in fretta e furia.
Magari è la volta buona che mi decido.

Ho messo in vendita a poco prezzo un po’ di fumetti a cui non tengo, anche perché sto puntando all’ acquisto di materiale più interessante e quindi devo fare cassa. Purtroppo sembra che quello che non interessa a me, non interessi neanche agli altri.

Sto leggendo l’ ultimo libro di Stefano Benni “Pane e Tempesta”: personaggi esilaranti e realistici pur essendo grotteschi, un uso sapiente della parola, qualche velata critica sociale e persino una piccola nota di continuity con Bar Sport.
Adoro Ciccio il Misero e il Nonno Stregone.
Spero di finirlo a breve.

venerdì 11 giugno 2010

Il mio primo volume

Qualche mese fa avevo raccontato di quegli appassionati di fumetti, che rilegano le loro storie preferite in volumi cartonati personalizzati.

Alla fine l' ho fatto anch'io! Quello che vedete qui sotto è il primo volume realizzato da me (ovviamente fatto rilegare da una legatoria professionista).

L' interno si presenta così:


L' idea di raccogliere delle storie e realizzarne un volume completamente a mio gusto, mi esaltava troppo e non ho resistito. E' stato un lavoro molto divertente anche se ho dovuto superare alcune difficoltà.

Il primo passo è stato capire cosa mi interessava raccogliere. La scelta è caduta su Devil, il mio personaggio Marvel preferito, e le storie scelte sono state Daredevil 234-249. Ho scelto questo ciclo perchè difficilmente verrà mai ristampato in volume, sono storie che non ricordo assolutamente e perchè si collocano esattamente tra due cicli ben definiti e che potrebbero finire in eventuali altri volumi.

er capire quali albi mi servivano tra le migliaia pubblicati ho consultato il sito Archivio Italia Marvel una vera e propria bibbia per i fan Marvel italiani, che Dio li benedica!

Ho recuperato tutti gli albi che contenevano quelle storie, comprandoli usati al minor prezzo possibile (l' idea di distruggere gli albi in collezione era insopportabile!).

Poi ho preso gli albi, li ho smontati e ho tagliato tutte le pagine, mettendo da parte solo le storie di Devil.

Come dice J.Garrich di Comicus, dopo anni passati a imbustare e conservare i fumetti in maniera maniacale perchè non si rovinassero, poterli distruggere è stata un' esperienza liberatoria!

Nel frattempo sono andato alla ricerca di una legatoria che nel 2010 rilegasse ancora dei libri per un privato. Ho trovato la Bottega Fagnola che ha lavorato molto bene, anche se mi ha fatto aspettare parecchio.

Come sa chi mi conosce sono un perfezionista: potevo sopportare che il mio volume avesse delle pagine che non c'entravano con le altre? Negli albi da edicola infatti può capitare che ad esempio, l' ultima pagina di una storia abbia sul retro la pagina della posta, o della pubblicità o l' inizio della storia successiva. Così ho scansionato quello che mi interessava e l'ho "rimontato" a mio gusto (ad esempio inserendo una copertina)
Poi ho creato un frontespizio
e un sommario delle storie contenute
ho stampato il tutto e ho portato il mio bel malloppo in legatoria.

Ho dovuto aspettare circa un mese (anche perchè c'è stato un piccolo incidente di percorso) ma alla fine ho avuto il mio volume tra le mani.

Ora manca solo la sovracopertina che è stata disegnata dal gentilissimo J. Garrich, che ringrazio pubblicamente. Ora devo cercare qualcuno che me la stampi nel formato corretto su una carta che renda.
Sembra assurdo e mi rendo conto sia una cosa assolutamente irrazionale, ma leggere questo volume, realizzato da me, mi dà una soddisfazione incredibile; questo lavoro mi ha dato la possibilità di rileggere storie che probabilmente non avrei mai ripreso (difficilmente sarei andato a recuperare 15 albi imbustati, aprendoli e leggendoli uno per uno).

Inoltre è stata una soddisfazione proprio il pensare a un progetto e portarlo alla realizzazione.

...ci credete che ho già accumulato il materiale per i prossimi 3 volumi?





Come una spugna sulla lavagna


Ho scritto 6 nuovi articoli fantastici. Ce ne sono 3 che analizzano alcune cose che ho letto. Sono tra le recensioni migliori che ho scritto: argute, non scontate, ma al contempo approfondite e sentite. Non recensioni fredde e analitiche, ma personali e appassionate. Altri due articoli riguardano alcuni hobby a cui mi sto dedicando, descritti con un trasporto tale che dieci lettori hanno deciso di dedicarcisi.
L' ultimo articolo l' ho scritto in un momento un po' triste con delle riflessioni acute e profonde su alcuni aspetti della vita che coinvolgono tutti, espressi però con sagagia e sarcasmo tanto da risaltarne l' importanza per contrato.

Purtroppo però questi articoli non li potrete leggere perchè sono tutti nella mia testa e non ho mai avuuto la costanza di buttarli giù.
E' incredibile come entrare a lavoro annulli completamente la mia voglia di fare qualsiasi cosa.
Capita di avere dei momenti buchi, in cui potrei fare delle cose; quando sono in macchina mi ripeto "appena ho un attimo faccio questo, scrivo quello, telefono a quell'altro, ecc..." poi entro in ufficio e tutto si annulla, viene completamente dimenticato.
Pensare che basterebbe comiciare, fare quel piccolo sforzo iniziale per arrivare alla fine della salita e poi lasciarsi scivolare in discesa!
Vediamo se riesco a recuperare qualche articolo nei prossimi giorni.

mercoledì 5 maggio 2010

Iron Man 2


Venerdì sera, appuntamento per il filmone fumettoso dell' anno. Da fan dei fumetti Marvel vado sempre a vedere questi film con un misto di eccitazione e scetticismo, sperando di vedere trasposto "nella realtà" la versione più fedele possibile delle storie che leggo, ma senza aspettarmi mai troppo, essendo rimasto deluso già troppe volte.

Iron Man 2 è uno di quei film da andare a vedere senza aspettarsi troppo dai contenuti e dalla storia: è un film fatto molto bene, divertente e ben realizzato, con la consapevolezza di essere un film di supereroi, senza preoccuparsi di contenuti profondi ed esistenziali.
Ti coinvolge, ti diverte e ti fa passare serenamente un paio d' ore.

Robert Downey Jr. si riconferma come azzeccatissimo per il ruolo di Tony Stark: egocentrico, spavaldo, affascinante, pieno di sè, ma anche ironico, geniale e a tratti nichilista. Forse fosse stato un 15 cm. più alto e un po' più prestante sarebbe stato perfetto.

Ottimi anche Gwyneth Paltrow e Samuel Jackson, che torna nei panni di Nick Fury.

Grande delusione per Scarlett Johansson, nei panni della vedova nera. Per quel poco che compare, recita bene, ma risulta ben poco credibile nei panni di una bellissima super spia sovietica. Scarlett Johannson è sicuramente bellissima nel film, ma manca il fisic du role, per rendere credibili le poche scene di lotta. Metto qualche immagine dai fumetti giusto per rendere l' idea.



Ero molto scettico riguardo al villain, cioè "Whiplash", un cattivone che lotta con delle "Fruste energetiche". Detta così pare ridicolo anche a me, che di personaggi assurdi ne ho visti parecchi.
In realtà nel film risulta assolutamente credibile, merito di uno "splendido" Mickey Rourke, le cui battute di copione ormai si contano sulle dita di una mano, ma che ha la giusta faccia, da apparire pauroso, pazzo e pericolosissimo. La scena a Montecarlo, che rischiava di essere ridicola, risulta invece quasi drammatica, per la gratuità della violenza dell' attacco.
Whiplash risulta così un avversario più credibile e migliore di quello del primo film.


In sostanza Iron Man 2 è un sequel che non fa rimpiangere il primo film, che diverte e intrattiene piacevolmente pur non potendo più contare sull' originalità di molti elementi: un film che non deluderà gli appassionati di fumetti, semprechè non ricerchino una fedeltà assoluta alle vicende delle storie disegnate.

Dimenticavo, se andate a vederlo, come è ormai consuetudine, aspettate la fine dei titoli di coda per gustarvi la scena finale che annuncia il prossimo film Marvel.

giovedì 29 aprile 2010

E un' altra volta è notte...e lavoro

Nelle mie intenzioni questo post sarà il più lungo che avrò mai scritto, se non nel numero di parole, sicuramente nel tempo che ci metterò a chiuderlo.
Sono a lavoro, è quasi mezzanotte e sarò qui fino alle 6,38 di domani mattina.
Questa sarà la mia radiocronaca di stanotte, il mio appiglio al mondo là fuori.
Sono arrivato alle 23,00 e da un'ora sono al telefono con mezza Italia per preparare il lavoro che ci aspetta.
Non sono per niente tranquillo: lavoro su qualcosa su cui non mi sento competente e questo non mi rassicura per niente, anche se ho fatto di tutto per capire e prepararmi a ogni evenienza durante il giorno.

Tra pochi minuti partiranno le attività (in realtà una è già partita). Non so quindi quanto tempo avrò di scrivere questo post: sicuramente ci saranno grosse pause e salti, anche di ore.
Mi fa un po' impressione sapere che si potrà leggere in pochi minuti quello che per me saranno state quasi 8 ore di vita.
Meglio che vada adesso a prendermi un caffè visto che non so poi come andranno le cose!

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Non ho fatto neanche in tempo a finire il caffè che sono stato contattato da tutti e si parte sul serio. Appena posso ricomincio a scrivere.
...prima però finisco il caffè.


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...e il programma gira, gira, gira...


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Sono andato su http://webradio.coolstreaming.us/ un sito su cui sono raccolte un sacco di radio da ascoltare on line. Sono divise per genere musicale.

E' una gran figata! Ora ne ho scelta una che trasmette classici del rock e stanno trasmettendo i Lynard Skynard (quelli di Sweet Home Alabama, per intenderci).


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Ok è partita Purple Haze di Jimy Hendrix e io sono in attesa dei tecnici sparsi in giro per il Piemonte.

Per adesso niente sonno, grazie alla Fender di Jimy, alle telefonate o forse al caffè.


Mi torna in mente Leonardo, addormentato con il suo pigiamino di Buzz Lightyear e Otto e Nello sul cuscino vicino a lui. Gli ho promesso che quando si sveglierà troverà la brioche per colazione.


I pensieri vagano e mi piace scrivere senza sapere cosa verrà dopo.

Stasera fa molto caldo, ho dovuto aprire le finestre per far entrare un po' d' aria.

Quando sono uscito di casa è stata la prima cosa che mi ha colpito: un' aria calda, quasi da sera d' estate, senza quella piacevole frescura notturna (intanto sono partiti i Rolling Stones).


Questo è quello che si vede fuori dalla finestra dell' ufficio:





Non particolarmente affascinante, in effetti.


Decisamente più affascinante la notizia che ho sentito in radio qualche giorno fa, cioè che è stata pubblicata la foto con il tempo di esposizione più lungo mai realizzata: 6 mesi! Sì proprio 6 mesi di tempo di esposizione. La foto non è stata neanche scattata con chissà quale macchina fotografica ma semplicemente con un apparecchio fatto in casa, composto da una lattina con un buco e un foglio di carta fotografica.

La foto realizzata è questa:



Le righe luminose sono le traiettorie del sole, a diverse altezze a seconda della stagione. La più alta corrisponde al solstizio d' estate, la più bassa a quello d' inverno.

Tutte le informazioni le ho trovate qui mentre un paio di altre foto suggestive sono qui.

Ora interrompo per un po'. Sentiamo a che punto sono gli altri.

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E un' attività è andata. Praticamente stanotte le attività sono 4 (ufficialmente 3 ma una è su due impianti e vale doppio). Una parte di quella doppia è conclusa. Per ora tutto bene.

Sono passato al jazz moderno; i classici del rock alle 2 di notte, da soli, lavorando, sono un po' pesantini, le chitarre troppo intrusive e la batteria martellante. Meglio un sottofondo soft, con chitarre poco distorte e ovattate, sassofoni e una batteria delicata; sicuramente concilia di più il sonno, ma è anche più rilassante e quindi piacevole in questo momento.
Credo che comunque durante il giorno non riuscirei ad ascoltare questa musica per più di un quarto d' ora.

Mi verrebbe di parlare di qualche fumetto, ma mi hanno chiamato e devo continuare. Ci sentiamo tra un po'.

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Non voglio dirlo troppo forte ma sembra che sia andata.
Le attività sembra si siano concluse tutte con esito positivo. C'è stato qualche piccolo intoppo ma sembra risolto. Ora rimane tutta la parte burocratica, a volte più impegnativa del alvoro stesso, e sempre più noiosa e antipatica.
Poi magari riesco anche a rilassarmi un attimo.

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Finita. Sono le 6:10. Ora sistemo tutto con calma e me ne torno a casa. Sono parecchio tronato e le dite sulla tastiera mi sembrano pesantissime.
Ora vado a comprare le brioche e poi dritto a casa a svegliare Leo e Franci. Aspetto che escano e poi mi faccio qualche ora di sonno. Speriamo che le bambine dei vicini non piangano di nuovo tutto il giorno.
Di fumetti alla fine non ho parlato, ma ho preferito riposare un po'. Facciamo la prossima volta.
Bensvegliati a tutti!

lunedì 26 aprile 2010

Pensa che una volta mi sono cambiato in un gazebo!


Ci sono cose che fai perché devi, altre che fai perché ti piacciono, altre ancora perché poi te le puoi giocare, raccontandole agli amici una sera d’ inverno.
La replica dello spettacolo “Scusate gli eroi” che abbiamo fatto ieri pomeriggio ad Alpignano è stata un po’ tutte e tre le cose.

Raccontare come uno spettacolo sul parallelismo tra un tossico degli anni ’80 e Jan Palach, personaggio storico della primavera di Praga, sia capitato a una manifestazione per il 25 Aprile è un po’ complicato; noi comunque c’eravamo con i nostri cubotti e i vestiti pesanti, sotto un sole che quest’ anno non si era ancora visto.



Immaginare un contesto peggiore per uno spettacolo teatrale come il nostro è molto difficile: già la storia è complicata da seguire a teatro con il silenzio e le luci a effetto, figuriamoci su un piccolissimo palco, montato sul lato di una piazzetta, di fronte a una strada pedonale, e sull’ altro lato un bar dove dei vecchietti bevevano e giocavano a carte.

In questa foto potete vedere il gazebo adibito a camerino.



Ovviamente niente quinte, niente luci, un’ unica entrata al palco con una scaletta di legno.

Il palco era messo al fondo di Viale della Vittoria, per l’ occasione piena di bancherelle di artigiani, dolciumi e prodotti tipici.

Prima di noi si è esibito un gruppo di ballerini sardi, come testimoniato da questa foto.





E’ facile quindi immaginare l’ interesse del pubblico per uno spettacolo teatrale drammatico della durata di un’ ora!
Francesca e alcuni amici sono venuti ad assistere e persino lei ha fatto fatica a seguire la vicenda (anche perché Leo la distraeva con la sua occupazione: raccogliere pietrine da buttare nei tombini).

Raccontata così sembra la cronaca tragicomica di un disastro: in realtà è andata meno peggio del previsto; secondo me, abbiamo fatto comunque una bella figura, mostrando serietà e professionalità. Qualcuno tra il pubblico si è fermato ad assistere e alla fine c’è stato anche un applauso a scena aperta (mai espressione è stata più calzante).
In alcuni momenti c’è stato persino un silenzio attento, con la gente che smetteva di passeggiare e parlare al cellulare, per stare ad ascoltare.

Credo che alla fine tutti nella compagnia si siano divertiti e sicuramente queste occasioni fanno esperienza e permettono di imparare molte cose.

Mal che vada, alla cena di Natale potremo raccontare di quella volta che ci siamo cambiati i vestiti in un gazebo in una piazza di Alpignano!