mercoledì 3 dicembre 2008

Aggiornamenti

Le ultime due settimane sono state un po’ frenetiche; avrei un sacco di argomenti di cui parlare ma poco tempo per scrivere. In ordine sparso:

- “Vedi Cara” di Francesco Guccini
- Il numero 1 di Lilith di Luca Enoch
- L’ ultimo numero di Volto Nascosto di Giancarlo Manfredi
- “Occhi da Orientale” di Daniele Silvestri
- Le passeggiate nel quartiere dove abitavo da bambino
- Tornare indietro nel tempo per un giorno.
- “La mia vita disegnata male” di Gipi
- I Lego
- e altre facezie…

Appena riesco approfondisco!
A presto

martedì 11 novembre 2008

A Me piace...Panda

Sono andato a visitare il blog di Giacomo Bevilacqua, dove pubblica le sue storie di Panda Likes.

Ne avevo già sentito parlare, ma non le avevo mai lette.


E' stato un colpo di fulmine! Sono ufficialmente un fan dei Panda.


Trovo geniali alcune trovate e incredibile la fantasia di Giacomo di trovare sempre nuove soluzioni mantenendo sempre lo stesso tema e la stessa struttura della pagina, ma utilizzandola, distorcendola, per trovare sempre nuove soluzioni.


Incollo qui l' ultima tavola pubblicata, anche se una sola non basta per apprezzarlo appieno. Provate a leggerne 4 o 5 e diventerete fan anche voi.


Andate a visitare il blog a questo indirizzo: http://pandalikes.blogspot.com/ e diffondete il verbo.

Buon divertimento

lunedì 10 novembre 2008

Ausonia, Interni e Pinocchio


Perché aggiorno un blog che leggono in pochissimi?
Fabrizio una volta mi ha detto: “Evidentemente, hai bisogno di scrivere delle cose”.
Semplice, preciso, vero.

Ho letto “Interni” di Ausonia e per curiosità sono andato a spulciare il suo blog.
Da lì sono finito sul sito del suo libro “Pinocchio” che ho letto qualche anno fa.

Subito ho sentito quell’ urgenza di cui parlava Fabrizio di segnalare qualcosa che mi ha colpito e che ho bisogno di condividere.

Non voglio soffermarmi su un’opera in particolare: “Pinocchio” ricordo che mi colpì pesantemente, disgustandomi subito e affascinandomi alla fine.
“Interni” mi ha fatto meno male, ma voglio vedere cosa succederà.

Mi manca ancora P-HPC che voglio recuperare al più presto.

Le opere di Ausonia possono piacere o non piacere e quello che dice, di persona, in un’intervista
o su un forum può infastidire o affascinare, ma sicuramente non ti lascia indifferente.
(Io comunque l’ ho incontrato di persona un paio di volte e si è sempre mostrato gentilissimo e disponibilissimo).
Ho cominciato a leggere il suo blog, ho letto il sito su Pinocchio e mi ha fatto pensare. Non so se sono d’accordo con lui su tutto, ma mi ha dato elementi su cui ragionare, su cui riflettere e su cui pormi delle domande.

Secondo me, questo, è già un motivo sufficiente per leggere le sue cose.

Vi straconsiglio di leggete l’ introduzione su Pinocchio (il suo e quello di Collodi), perché è dannatamente interessante.

La trovate qui: http://www.ausonia-pinocchio.com/introduzione.htm

Già che ci siete, vincete la pigrizia da pagina web piena di testo e leggetevi l’ intervista:
http://www.ausonia-pinocchio.com/intervista.htm

Se poi volete, il blog di Ausonia lo trovate qui: http://ausonia-pinocchio.blogspot.com/

venerdì 7 novembre 2008

Zombie, morti viventi e Allegri Ragazzi morti

Ieri sono riuscito a leggere due volumi a fumetti, molto diversi tra loro, ma legati da un tema più o meno comune: i così detti “morti viventi”, vale a dire esseri umani che tornanno in vita dopo la loro morte.

I volumi sono:
- “The Walking dead” vol. 1 di Robert Kirkman e Tony Moore edito da Saldapress
- “Cinque Allegri Ragazzi morti” vol. 1 di Davide Toffolo edito da Coconino Press

Pur essendo due opere estremamente diverse fra loro, ho trovato un elemento comune nell’ utilizzare un classico tema da racconto horror come i morti viventi per raccontare in realtà qualcos’ altro.

“Cinque Allegri Ragazzi morti” – di Davide Toffolo

La Coconino Press ristampa in 3 volumi tutte le storie della serie “Cinque Allegri ragazzi morti” già uscite in altre testate, mai molto fortunate.

Il primo volume contiene 3 storie complete, tutte in due parti, più l’ episodio pilota con l’ origine dei protagonisti.
Il libro si presenta corposo ed elegante, con una carta porosa che però non sempre si adatta alla stampa delle tavole, pur mantenendo quel carattere vagamente “underground”, che ben si adatta alle storie di Davide Toffolo.

Protagonisti delle storie sono i cinque allegri ragazzi morti, cinque ragazzi uccisi da una maledizione e condannati a risorgere come morti viventi, a nutrirsi di carne umana e a non innamorarsi mai.

Gli allegri ragazzi morti sono in realtà più che i protagonisti, il legame che unisce le varie storie e i personaggi che incontrano nei loro viaggi.
Le storie sono tutte autoconclusive e la bravura di Davide Toffolo sta, secondo me, proprio nel riuscire a caratterizzare e a farci affezionare in poche pagine a personaggi che finita la storia non vedremo più; sono proprio questi personaggi apparentemente di contorno, i veri protagonisti delle vicende, che pur strizzando l’ occhio a situazioni horror o fantasy, trattano in realtà di sentimenti profondi, condivisibili, molto umani.
I personaggi sono praticamente tutti adolescenti, e di questa età ben esprimono i sentimenti, le passioni, le arrabbiature. Gli adulti compaiono poco e come personaggi di contorno e spesso negativi. Credo quindi che i lettori ideali di queste storie siano le persone sotto i 30 anni, ma non per questo non sono apprezzabili anche dai lettori più vecchi. Non mi vergogno a dire di essermi commosso nel finale della seconda storia, quando il fratello chiama Nicole e una lacrima gli scende sulle guance.

Davide Toffolo non ha paura di concludere una storia con un finale malinconico, triste, ben lontano dal classico happy end; ciò che sembra cercare è più l’ emozione, il coinvolgimento emotivo del lettore, secondo me riuscendoci in pieno.

Fa eccezione forse proprio l’ episodio pilota, che conclude il volume, in cui si racconta di come una banda di cinque ragazzi sia diventata un gruppo di allegri ragazzi morti.
Questa storia sembra più fatta per accontentare coloro che devono conoscere i fatti, le origini dei personaggi; una storia più narrativa che coinvolgente, anche abbastanza frettolosa.
Molto meglio le altre storie, in cui il non conoscere tutti i fatti aumenta il senso di indefinito, di mistero, ma anche di malinconia che rendono le opere di Toffolo assolutamente uniche.

Allegato al volume c’è anche un cd con la raccolta di alcune canzoni dei 3 allegri ragazzi morti, la band di cui Davide Toffolo fa parte. A parer mio il cd non è fondamentale, anche se arrichisce l’ opera e aggiunge elementi per capire un grandissimo autore italiano.




“The Walking Dead” vol.1 – storia di Robert Kirkman e disegni di Tony Moore


“The Walking dead” è un fumetto USA edito dalla Image Comics e pubblicato qui in Italia da Saldapress in volumi corposi e molto ben curati.

Il primo volume si presenta come un’ unica grande storia, che si prevede continui nei volumi successivi, pur avendo una conclusione logica.
L’ idea alla base della serie è abbastanza semplice e non particolarmente originale: l’ agente di polizia Rick Grames rimane ferito in una sparatoria e finisce in coma. Al suo risveglio intorno a lui non c’è letteralmente anima via: tutto è devastato e distrutto e tra le rovine si aggirano solo zombie.

Da qui comincia la fuga di Rick Grimes, in cerca della sua famiglia, in perenne lotta per la sopravvivenza.
Nel suo viaggio incontrerà altri sopravvissuti e cercherà di adattarsi a un mondo che non è più quello che conosceva.

Il tema prettamente horror viene però utilizzato sapientemente da Kirkman, non tanto per spaventare o semplicemente divertire il lettore, bensì per analizzare, attraverso le vicende di un personaggio di fantasia, le possibili reazioni di un uomo messo davvero alle strette, di fronte all’ imprevisto, fino alle estreme conseguenze.
Rick Grames si trova senza più famiglia o amici, senza più alcuna certezza, riportato a una situazione quasi primitiva in cui la priorità è sopravvivere a un mondo che non conosce e che presenta un possibile pericolo mortale dietro a ogni angolo.
In questo la storia riesce in pieno: le tavole che rimangono impresse non sono quelle in cui gli zombie attaccano, ma quelle in cui il protagonista piange e vomita perché non capisce cosa succede ed è convinto di aver perso per sempre la sua famiglia; o quella in cui esprime un senso di pietà e umanità persino nei confronti di un mostro.
Kirkman riesce a descrivere la rabbia, l’ adrenalina, la paura, il dolore, la gioia, senza però cadere nel patetico o nel didascalico e realizzando comunque un fumetto appassionante e molto piacevole da leggere tutto d’ un fiato.

Ottimi anche i disegni di Tony Moore, precisi e dettagliati, ma mai esagerati.

Un ottimo volume che mi ha fatto venire voglia di leggere i seguenti e che consiglio.

giovedì 6 novembre 2008

Qualche nuovo sketch


Uff... Ho finito di aggiornare la mia galleria di tavole e sketch con gli ultimi arrivi di Lucca.

(consiglio: cliccate su "view all the new pieces" così li vedete tutti in una volta)

Per comodità, comunque, pubblico qualche sketch anche qui:


L' accoppiata Recchioni - Cremona al debutto della serie David Murphy


Andrea Bruno

Un Nathan Never malinconico di Stefano Casini
"Good Day Sunshine" dei Beatles by Paolo Bacilieri
Gli altri sketch sono in galleria!

mercoledì 5 novembre 2008

Lucca Comics - The day after

… o forse qualcuno dopo.
Rientrato lunedì pomeriggio, riesco a buttare giù due righe solo ora su questa Lucca Comics 2008.
Personalmente è stato un viaggio costellato di sfighe e disattenzioni:
non ho fatto il pieno alla macchina e ho rischiato di finire la benzina alle porte di Lucca, ho dimenticato la biancheria, così Franci me l’ ha ricomprata scoprendo poi che invece l’ avevo portata; dopo aver spinto il passeggino carico di bagagli per 20 minuti fino alla macchina fuori dalle mura, mi sono accorto di aver dimenticato le chiavi in casa…
Insomma, a livello logistico, una tragedia!



La mostra, invece, è sempre qualcosa di assolutamente unico per un appassionato di fumetti, una grande festa a cui partecipa tutta la città.
Mi diceva Andrea che nei giorni della fiera, la città di Lucca raddoppia il numero dei suoi abitanti (da 90mila a 175-180mila) e quelle 90mila persone in più erano tutte in via s. Croce.
Sabato è stato davvero un carnaio: gente ovunque, code anche solo per attraversare la strada, bancomat con i contanti esauriti, ecc… Questo è stato forse l’ aspetto peggiore della fiera: una ressa tale da rendere quasi invivibile la mostra, con temperature estive all’ interno degli stand.




Di contro Lucca si conferma la più grande fiera italiana, con un numero di autori impressionanti: praticamente mentre mi facevo fare un disegno da un autore, ne perdevo altri cinque negli stand vicini.
C’erano talmente tante cose da vedere che ho passato tutto il sabato praticamente girando solo 2 stand sui circa 10 in giro per la città.
Ho incontrato un sacco di autori, comprato un sacco di volumi per farmi fare un disegno o una dedica e speso una marea di soldi! Il tutto a un ritmo vorticoso!

Purtroppo non sono riuscito a farmi fare un disegno da nessuno dei big americani presenti (Romita Jr, Pacheco, Frank e Rude), a causa di una buona dose di sfortuna nelle estrazioni e di carenze organizzative abbastanza antipatiche della Planeta.



L’ unico cruccio è di non essere riuscito a essere presente anche il giovedì e il venerdì, che sarebbero stati i giorni ideali per avere qualche disegno più importante.

Quest’ anno non mi sono neanche avvicinato ai vari banchi di fumetti usati: volevo completare la serie di Dylan Dog e di Dampyr, ma ho preferito concentrarmi sui volumi che avevano gli autori presenti. Ho comprato tanti volumi da libreria, meno commerciali (Coconino, Pavesio, Grifo, Purple Press, ecc…).
Per una volta ho raccolto materiale non bonelli e non supereroistico da leggere e devo dire che ne sono contento: avevo voglia di variare le mie letture e ora che ho cominciato qualche volume, me lo sto proprio godendo.

Ho anche ritirato le tavole originali che dovevo finire di pagare e come se non bastasse ne ho comprata un’ altra.
Un vero e proprio salasso!



Questa Lucca, insomma è stato un gran divertimento anche se faticoso.
Mi spiace solo per Franci che ho abbandonato con Leonardo per tutta la giornata e che non mi vedeva neanche a pranzo (non avevo certo tempo da sprecare per mangiare!).
Purtroppo Leo ha interpretato spesso alcune delle sue scene madri di capriccio, che hanno reso i pomeriggi un po’ faticosi per lei.
Grazie Franci, mi hai fatto un regalone!

lunedì 27 ottobre 2008

Lucca Comics


Sta arrivando. L' appuntamento più atteso dai fumettari italiani si avvicina.
Dal 30 Ottobre al 2 Novembre a Lucca ci sarà la nuova edizione della più grande manifestazione d' Italia legata ai fumetti.
Quest' anno grazie ad Andrea che lavorerà allo stand della sua web radio (andatela ad ascoltare, trovate il link a sinistra), ho deciso di andarci con tutta la famiglia.
Con Andrea, Sara e la piccola Giorgia abbiamo preso una casa in affitto (ci siamo mossi ad Aprile!), così mentre io impazzirò tra code e stand, Franci e Sara gireranno con i bimbi, che speriamo stiano buoni.

Al di là delle immancabili polemiche che Lucca Comics scatena sempre, rimane il fatto che sia una grande festa, con la presenza di un numero impressionante di autori.

Prevedo che passerò diverse ore in coda per farmi fare un disegno, spenderò un mucchio di soldi (già devo saldare il conto per due tavole originali di Castellini, che devo ritirare) e mi stancherò da morire, ma ho voglia di godermi la festa il più possibile.

La cosa più difficile, vista la grandezza della fiera sarà organizzarsi in modo da non perdermi niente. Fortunatamente la posizione centrale della casa dovrebbe aiutare.

Da martedì prossimo scriverò i miei resoconti.

lunedì 6 ottobre 2008

La Stagione del Giglio


La stagione del Giglio è una rassegna di Teatro Amatoriale organizzata dall’ Associazione Piccola Compagnia del Giglio, di cui sono fiero di far parte e di cui posso vantarmi di essere stato Presidente per quattro anni.

Non è facile spiegare quello che significa per me vedere rinascere il “Cartellone”, come lo chiamiamo noi. Questa è infatti la prima rassegna che viene organizzata da almeno 6 anni a questa parte.
Una volta il cartellone era un appuntamento annuale, che raccoglieva in una rassegna gli spettacoli realizzati dalle varie compagnie che componevano l’ Associazione; poi, forse proprio l’ abitudine, aveva tolto smalto all’ iniziativa, che era diventata più un peso che un piacere, finchè non si decise di sospenderlo, in attesa di tempi migliori.
Con gli anni però le cose e le persone sono cambiate e nuove energie e motivazioni hanno portato a far rinascere la rassegna.
Per me quindi è un felicissimo ed emozionante ritorno.

Per coloro per cui, invece, questa è la prima rassegna, posso dire che è un’ iniziativa importante e che merita di essere sostenuta.
Amo il teatro amatoriale perché in una società in cui tutto viene fatto per un compenso o per una qualche contropartita, qui c’è ancora gente che suda per passione, che si fa il mazzo per mesi, solo per il gusto di mostrare il proprio lavoro e per godere di quei pochi minuti di applausi finali.

Se osservate gli attori alla fine di uno spettacolo di teatro amatoriale vedrete sulle loro facce dei sorrisi enormi e gli occhi che brillano. Bhè, sappiate che nessuno di loro guadagnerà nulla e che anzi dovranno smontare la scenografia e portarsi a casa il tutto, andando magari a lavoro il giorno dopo, con pochissime ore di sonno alle spalle.
Provate a parlare con quegli attori: saranno felici ed entusiasti, con l’ adrenalina ancora in circolo. Difficilmente troverete qualcuno triste o che non rifarebbe tutto solo per quella sensazione indescrivibile di gioia, soddisfazione e pienezza.

Entrando nel merito degli spettacoli, nonostante il budget limitatissimo con cui sono realizzati, posso dire che sono degli ottimi lavori. Alcuni li ho visti, di altri conosco personalmente gli attori o gli autori e meritano tutti la vostra attenzione.

Purtroppo scrivo in ritardo e il primo spettacolo è già andato (e mi dicono sia venuto molto bene).

Se riuscite però non fatevi scappare gli altri!

Per gli attori: TANTA MERDA! Divertitevi!

giovedì 2 ottobre 2008

E un' altra volta è notte...

...ma non suono davanti a un bicchiere, come succedeva a Guccini.
Invece lavoro. Sono le 02:25 e sono in centrale per un' attività notturna.
In realtà il alvoro vero e proprio viene svolto da un ragazzo di una ditta esterna, molto più preparato ed esperto di me.
Il mio compito, infatti è più quello di presenziare e verificare che alla fine tutto sia in ordine e funzionante.
Purtroppo al momento ci sono un po' di problemi e quel poveretto sta impazzendo per cercare di portare comunque a termine un lavoro, che sulla carta, in condizioni normali, sembrava semplice e lineare.
Come sempre nella pratica le cose non sono così lineari e quindi aspetto un suo colpo di genio o la resa.
Sono le 02,30. Penso a Francesca che dorme al caldo su un lato del letto e spero che Leonardo, almeno stanotte non si svegli chiamando il suo papà, perchè questa volta non potrà esserci.

Penso a cosa farò domani, a quanto riuscirò a dormire e se mi verrà l' emicrania.
Qualche anno fa non trovavo così pesante lavorare di notte, anzi era un modo quasi piacevole per guadagnare qualcosa in più, senza le tensioni della giornata lavorativa.
Sopportavo bene il sonno e il giorno dopo avevo un sacco di tempo libero in più.
Ora invece faccio fatica a recuperare, spesso mi sveglio con l' emicrania e per tutto il pomeriggio mi rimane quella sensazione di straniamento, di stordimento come se non sapessi mai dove mi trovo.
Pensare che sono passati solo pochissimi anni.

Sono le 02,36, è meglio che vada a vedere se ci sono novità e se riesco a capire quando potrò andare a casa.

...e poi,
la bottiglia è vuota.

mercoledì 1 ottobre 2008

Autografi

Come promesso, posto gli autografi che mi sono fatto fare domenica a Moncalieri Comics.

Ecco il veloce schizzo degli occhi di Diabolik di Sergio Zaniboni



Ed ecco la stampa di Civitelli


Alla prossima!

martedì 30 settembre 2008

Siamo Famosi!

Oggi due post!
Sono contentissimo e molto fiero perchè sul giornale gratuito City è apparso un articolo sulla rassegna di teatro amatoriale "La stagione del Giglio" organizzata dall' Associazione di teatro amatoriale Piccola Compagnia del Giglio, di cui mi vanto di far parte.
Della rassegna parlerò in un prossimo post.
Per ora mi limito a segnalarvi i link per leggere l' articolo:

http://www.city.corriere.it/2008/09/30/torino/agenda-eventi/il-teatro-amatoriale-protagonista-all-esedra-10215627523.shtml

Oppure potete scaricarvi il giornale in .pdf. L' articolo è a pagina 19 (di fianco a Vasco Rossi!!):

http://city.corriere.it/pdf/torino_20080930.pdf

Se vi va, andate a sbirciare anche il sito dell' Associazione.
Trovate il link a fianco.

Dopo Moncalieri Comics


Come avevo detto sabato e domenica sono stato a Moncalieri Comics.
Sabato ho girato la mostra-mercato, che detta così sembra una cosa enorme ma che in realtà si esauriva in una dozzina di banchi (di cui uno delle poste, uno della Croce Rossa e una per il materiale promozionale della manifestazione).
La mossa vincente secondo me è stato montare i banchi all’ interno del complesso commerciale, senza ovviamente far pagare un biglietto.
In questo modo il pomeriggio è stato piacevole non solo per me che spulciavo i Dylan Dog e i John Doe, ma anche per Francesca, Sara e Andrea che giravano per negozi e per i bimbi che correvano e giocavano.
Forse non una grande mostra mercato, ma valorizzata e promossa bene e con il giusto approccio (secondo me) per una manifestazione agli inizi e di conseguenza molto piccola.

Domenica invece ho partecipato con Fabrizio a un incontro con i disegnatori Fabio Civitelli (Tex) e Sergio Zaniboni (Tex, Diabolik), all’ interno della libreria “La moderna”, sempre al 45° parallelo.
L’ incontro è stato piacevole, con un Civitelli generoso di aneddoti e anticipazioni e uno Zaniboni simpatico anche se di poche parole, da bravo piemontese doc.

Quello che ho notato è stato un certo contrasto tra il luogo dell’ incontro, un po’ improvvisato e poco adatto, con poche sedie davanti a una scrivania, circoscritte da corde elastiche, e la professionalità e serietà dell’ incontro, introdotto e condotto con il giusto misto di passione e rigore dal moderatore.
Forse sarebbe stata necessario un luogo più consono a un incontro del genere, come un salone, un teatro, una sala riunioni, ma non un negozio che alla fine ha dovuto chiudere, mandando a casa qualche persona del pubblico a mani vuote, nonostante il numero abbastanza esiguo degli intervenuti.
Alla fine, infatti, Civitelli ha distribuito una copia di una sua illustrazione inedita (copie finite abbastanza in fretta) e Zaniboni si è concesso per dei piccoli schizzi, finchè il negozio non ha dovuto chiudere.

So che dopo cena i disegnatori sarebbero dovuti tornare a un gazebo, per qualche disegno e due chiacchiere. Ero tentato di tornare, ma ho preferito tornare a casa.

In conclusione una manifestazione piacevole e come prevedevo familiare, forse un po’ troppo piccola; probabilmente era possibile coinvolgere qualche commerciante in più.
Inoltre, contrariamente a quanto avevo scritto inizialmente, il dividere le varie iniziative in posti diversi, se da un lato ha valorizzato la città di Moncalieri, di contro ha dato un’ impressione un po’ dispersiva dell’ evento.

Sinceramente spero che la manifestazione si ripeta e cresca, anche per creare un’alternativa a una Torino Comics un po’ in declino.

Appena posso pubblico lo sketch di Zaniboni e la tavola di Civitelli!

venerdì 26 settembre 2008

Moncalieri comics


E vai! Nuovo week end all’ insegna dei fumetti!
Parte quest’anno una nuova manifestazione dedicata alle nuvole disegnate, vale a dire la prima edizione di Moncalieri Comics.
Finalmente una manifestazione dedicata ai fumetti dove non devo fare dei chilometri per parteciparvi (escludendo l’ appuntamento annuale con Torino Comics, piuttosto deludente nell’ ultima edizione).
Moncalieri comics parte un po’ in sordina e come tutte le manifestazioni nuove non mi aspetto di trovare una grande affluenza sia di pubblico che di espositori, anzi probabilmente i commercianti che parteciperanno, li conoscerò già tutti.
Se quindi non spero di trovare chissà quale chicca collezionistica, mi aspetto un’ atmosfera familiare e accogliente.

La cosa però che mi ha piacevolmente colpito, è la presenza di almeno una decina di autori bonelli, un numero notevole per una manifestazione così piccola. Se infatti non sono stati invitati autori internazionali, sono stati comunque coinvolti autori che non è così frequente incontrare (Sergio Zaniboni e Laura Zuccheri su tutti).
Molto simpatica inoltre (almeno sulla carta) è la formula dell’ incontro con aperitivo: gli incontri con gli autori infatti avvengono in orario preserale (18,30 o 20,00) presso trattorie o locali, cosa che contribuisce al clima informale e familiare che secondo me ben si adatta al mondo del fumetto. Purtroppo la scarsa capienza dei posti, credo, ha costretto gli organizzatori alla prenotazione obbligatoria. Penso quindi che sia meglio approfittarne finchè la manifestazione non è ancora così conosciuta e frequentata!

Per tutte le informazioni su incontri, mostre e orari è consultabile il sito http://www.moncaliericomics.com/

Non mi resta quindi che sperare nel bel tempo per passare un pomeriggio tra bancherelle e fumetti.
Lunedì vi racconto!

mercoledì 24 settembre 2008

Rieccomi qui

Ti distrai un attimo e ti passa un mese sotto il naso che neanche te ne accorgi.
Quest’anno sono stato in ferie un mese (forse è dal liceo che non mi succedeva).
Dopo una prima settimana allucinante in cui io e Francesca abbiamo raggiunto i 40° di febbre (e con 36° di temperatura esterna non è uno scherzo), il resto del mese è trascorso serenamente. Vedere Leo al mare è stato un vero spasso!



Passata l’euforia estiva, sono tornato mestamente al lavoro e come se niente fosse è passato quasi tutto settembre.
E’ incredibile come la routine, la pigrizia, il tran tran quotidiano ti avvolga e ti trascini in un vortice di assoluta apatia.

SCUOTITI! SCUOTITI! SCUOTITI!…




OK! Ci sono.
Si riparte.

giovedì 24 luglio 2008

L' Uomo invisibile

L’ altro giorno stavo guardando una puntata di Heroes, un telefilm americano, dichiaratamente ispirato ai fumetti di supereroi, in cui alcuni individui si accorgono loro malgrado di avere alcune particolari capacità sovrumane.

Alla fine della puntata compare un nuovo personaggio, che ha il dono dell’ invisibilità.

Fin dal romanzo di H.G. Wells, la figura dell’ uomo invisibile è stata utilizzata in molte opere di fantasia più o meno realistiche.
Come credo tutti i lettori di fumetti di supereroi, anche a me è successo di pensare a come sarebbe poter diventare invisibile.
Benché la cosa abbia indubbiamente dei vantaggi (poter entrare nello spogliatoio femminile senza essere visto ad esempio), gestire l’ invisibilità, anche in un’opera di fantasia comporta delle difficoltà non indifferenti, anche se non immediatamente evidenti, se si vuole mantenere un minimo di realismo.

Innanzitutto bisogna capire cosa vuol dire essere invisibili: il personaggio è invisibile per delle caratteristiche proprie o semplicemente non può essere visto dagli altri? E in questo caso, come mai?

In Dylan Dog, ad esempio, questa possibilità è stata utilizzata ed estremizzata più volte: i reietti, i “rifiuti” della società vengono esclusi ed ignorati a un punto tale da diventare realmente invisibili.




Questa possibilità dà molti meno problemi di gestione, ma anche molti meno spunti narrativi (se un barbone entrasse nello spogliatoio femminile di cui sopra, realisticamente verrebbe visto!).

Ipotizziamo, invece, che il personaggio abbia delle caratteristiche fisiche particolari per cui le altre persone non sono fisicamente in grado di vederlo. Se si volesse cercare una motivazione scientifica per quanto fantastica, bisognerebbe coinvolgere le teorie dell’ ottica e della fisica. Probabilmente avremmo un corpo che non riflette la luce (di conseguenza non viene rilevato da occhi esterni), ma ne viene attraversato. Se fosse così il nostro eroe probabilmente sarebbe cieco, in quanto i suoi occhi non rifletterebbero la luce.

Lasciando perdere però le giustificazioni fisiche che potrebbero essere confutate in poco tempo (la luce in realtà viene riflessa in modo particolare su lunghezze d’ onda non rilevabili), ci sono altri aspetti da considerare:
il nostro uomo invisibile è visibile a se stesso? Riesce a vedere le proprie mani?
Spesso si è vista l’ immagine dell’ uomo invisibile allo specchio che non vede la propria immagine, ma quindi qualsiasi parte del suo corpo dovrebbe essere invisibile anche a se stesso. Se poi tutto il suo corpo è invisibile, lo sono anche le sue viscere? Se si taglia, il suo sangue è invisibile o lo è solo la pelle? Se fossero invisibili anche i suoi organi interni, dovrebbe davvero sperare di stare sempre bene e di non ferirsi mai, altrimenti nessun medico riuscirebbe a curarlo; e in questo caso, sarebbe rilevabile alle radiografie e alle ecografie?

Inoltre, l’ uomo invisibile rende non visibile anche ciò con cui entra in contatto? In caso contrario dovrebbe girare nudo per non essere visto (infatti H.G. Wells faceva bendare il viso al suo personaggio). Inoltre tutto ciò che afferrerebbe, agli occhi esterni sembrerebbe levitare nell’ aria.

Ci sarebbe poi da capire se invisibile vuol dire trasparente. In caso contrario avremmo degli spazi non visibili, dei buchi di nulla non spiegabili, ma che verrebbero sicuramente notati.

Infine, è necessario decidere se il nostro personaggio può diventare invisibile a piacimento o se la sua è una condizione permanente. Questo secondo caso comporterebbe delle conseguenze devastanti.

Io vedo l’ uomo perennemente invisibile come un uomo destinato all’ annientamento, o almeno alla disperazione o all’ eremitaggio. Forse oggi riuscirebbe a sopravvivere grazie a internet e alla spesa per corrispondenza. Potrebbe virtualmente comprare qualsiasi cosa senza entrare in contatto con nessuno (cosa impossibile 10 anni fa) e sarebbe un ladro quasi imprendibile, quindi con la possibilità di avere praticamente qualsiasi cosa (escludendo le implicazioni morali).; ma sarebbe un uomo solo, un uomo privato di ogni contatto umano, destinato alla solitudine. E’ difficile per tutti noi anche solo ammettere l’ esistenza di ciò che non vediamo, figuriamoci provare dei sentimenti!




Ho cominciato a ragionare su tutto questo da quando ho trovato questa pietra. Sono passati alcuni giorni e ormai non vedo più le mie mani e le mie braccia, ma ancora riesco a scrivere; vedo, o meglio, non vedo, i tasti che tocco. Non so fino a quando riuscirete a vedere qualcosa di me.
Chiudete gli occhi e potrete sentirmi.
NON guardatevi alle spalle: io sarò lì.

martedì 22 luglio 2008

Che ore sono?


Ultimamente latito un po’ sul blog, purtroppo il tempo sembra sempre meno.
Oggi sono arrivato con un minuto di ritardo al lavoro; ogni tanto succede.
Un minuto.
60 secondi che qualcuno conteggerà, monetizzerà e mi addebiterà in busta paga.
60 secondi.
A pensarci pare incredibile il valore e il peso che in questo caso viene dato a una manciata di secondi.
C’è una persona (o più probabilmente un sistema creato apposta) a cui non importerà nulla di come ho lavorato negli altri 27420 secondi della giornata; la cosa importante sarà che non ho trascorso quei 60 secondi sul posto di lavoro.

Più ci penso e più mi sembra un paradosso… e non solo il mio caso, molto banale e comune; se ci si pensa un attimo, nella nostra società il tempo e la misurazione del tempo hanno spesso un’ importanza fondamentale.
Facendo un gioco di pura astrazione, come ogni tanto mi diverto a fare, ho provato a pensare a come sarebbe la nostra società senza alcun sistema che misuri il tempo.
Praticamente la tecnologia verrebbe annullata o completamente ridefinita; il modo stesso di parlare dovrebbe subire delle modifiche: le parole “minuto”, “secondo”, non avrebbero più senso.
Tutta la nostra vita verrebbe stravolta, il modo di approcciarsi alle cose, di affrontare ogni avvenimento.

Tempo fa ho letto “Una giornata nell’ antica Roma” di Alberto Angela, un bel libro in cui veniva descritta una giornata tipo di un cittadino romano all’ epoca dell’ Imperatore Traiano.


Tra le tante curiosità e gli aspetti interessanti, ricordo che mi aveva fatto riflettere il fatto che all’ epoca dei Romani, ovviamente, non c’erano strumenti molto efficaci per la misurazione del tempo; il giorno era scandito dal movimento del sole, tanto che gli orari cambiavano a seconda delle stagioni.
Il darsi un appuntamento nell’ antica Roma prevedeva un’ inevitabile approssimazione e un sicuro ritardo. Che differenza con oggi in cui dopo 5 minuti di attesa (quando va bene) parte l’ immancabile telefonata “Ciao, dove sei?”.

Non saprei dire se oggi sia meglio o peggio, come per quasi ogni cosa posso trovare aspetti positivi e negativi.
Quello che rilevo però è una ulteriore contraddizione: mi sembra che attribuendo un valore enorme al singolo minuto, in realtà sminuiamo il valore del tempo; un po’ come se fossimo più interessati al minuto che passa, invece di preoccuparci di come lo trascorriamo, come se fosse più interessante misurare il tempo anziché viverlo. Mi accorgo spesso che appena inizio qualcosa, già controllo quanto tempo ho per farla, e quanto mi manca e se ce la farò prima di dover smettere, ecc…
Il rischio è di non gustarsi quello che sto facendo. Forse dovrei fare meno, ma con più calma e attribuire molta meno importanza a tante cose.

Comincio a pensare che il tempo a mia disposizione sia troppo importante: forse dovrei trascorrerne un po’ a sprecarlo!



lunedì 7 luglio 2008

Senza Titolo

Sono qui alla tastiera, con Leonardo in braccio che impazzisce quando vede un mouse e tanti tastini da schiacciare.
Sto cercando di raccogliere le idee per aggiornare il blog ma non è facile quando hai un bimbo da domare sulle ginoccnjòlkjgfòhlkfjghpodilkfgdgbv

Fermo Leo, che papà deve fare una colkjnvlkxcjn m,
zx
zc

Dai che faccio in fretta, guarda qui che bello il tappetinnokòlknmlkb,v ,_: kl ._

À ò ùà

Fermo, ho dettsvklhjzvckn _ - - _ __ -_ __
_:

- . .-
Ljhnklj

DAI!!
jknbk +


Vabbhè ho capito, spengo!!

martedì 24 giugno 2008

Chi viene, viene.


C’è una vecchina,
con un vestito blu,
a fiori.
E’ seduta in corridoio, un po’ storta sulla sedia, per vedere meglio fuori dalla finestra.
Una mano tremante è appoggiata al davanzale
E lì aspetta…
…che chi viene, viene.

Villa Iris non è un posto particolarmente triste, per essere un convalescenziario a lunga degenza: i muri sono dipinti in colori vivaci, c’è tanto giallo; molte stanze danno su un giardino interno e specie di sabato e domenica un sacco di visitatori vivacizzano l’ ambiente, tra due chiacchiere sugli ultimi progressi dei nipotini, davanti a un caffè preso al bar interno.

Mio nonno è lì da un po’ e sempre lì è mancata mia nonna l’ anno scorso.
Ma non è di questo che voglio parlare, bensì della vecchina con cui ho iniziato questo “articolo”.

Ci sono immagini che invece di passarmi indifferenti mi colpiscono e mi rimangono in testa.
In corridoio c’era questa signora, seduta storta per guardare meglio fuori dalla finestra, verso il cancello di ingresso. Indossava un vestito blu a fiori, abbottonato davanti come quelli che usava anche mia nonna. I capelli erano curati, tagliati non troppo corti, pettinati con una molletta di lato.
Subito non ci ho fatto caso, ce ne sono decine di signore così; ma quando sono passato di nuovo, dopo un’ ora, lei era ancora lì.
Sempre nella stessa posizione.
A guardare fuori.
Mia zia che è lì quasi tutti i giorni e la conosce tanto da chiamarla “nonna”, le ha chiesto “Chi stai aspettando? Franco?”
Lei ha alzato le spalle.
“Silvana?”
Lei ha alzato le spalle di nuovo.
“Chi viene, viene, vero nonna?”
“Chi viene, viene” ha risposto lei.

Mi ha colpito quell’ attesa, quel passare le ore, fermi ad aspettare una visita, che sarà il fulcro, la parte più importante della giornata.
Quello che ho provato non era tristezza, ma piuttosto tenerezza, malinconia.
Non mi ha fatto pena, non era trascurata. Mia zia ha chiamato il figlio che gli ha spiegato che stava arrivando, mentre la figlia aveva un turno di lavoro e non poteva andare.
Credo che abbia dei bravi figli quella signora, affezionati, che hanno tanto lavoro e un sacco di cose da fare; così lei sta lì e aspetta.
Prima o poi arriveranno.

martedì 10 giugno 2008

Una talpa al Plaza Suite


Cristina, Franco, Matteo, Federica e Barbara (in ordine di apparizione) sono i componenti della compagnia della Talpa, cinque ragazzi con la passione del teatro, che Giovedì scorso hanno rappresentato “Plaza Suite” di Neil Simon al Teatro Borgonuovo di Rivoli.

In passato ho potuto contribuire alla loro formazione teatrale e anche per questo motivo sono sinceramente affezionato a queste persone (e mi piace pensare che questo affetto sia ricambiato).

E’ stata una gioia vederli sul palco. Tutti hanno fatto grandi progressi sia come attori che come produttori, tecnici, registi. Mi è piaciuto cogliere gli aspetti su cui avevamo tanto insistito (la dizione, i movimenti, l’ attenzione al pubblico) e scoprirne di nuovi e originali.
Ripensando a tutti i dubbi che avevano sull’ allestire uno spettacolo da soli, è stata una soddisfazione vedere quello che sono riusciti a realizzare.

Mi è piaciuto molto vedere Cristina e Franco, persone dal carattere più timido e meno estroverso (soprattutto Cristina), ricoprire ruoli di protagonisti assoluti, con ottimi risultati.
Molto divertente il secondo episodio, con un Matteo seduttore e una Federica in bilico tra dovere e piacere, in una scena dalla fisicità finalmente credibile.
Applausi per la scenografia, semplice ma efficace, e per i costumi, assolutamente incredibili (non so immaginare cosa abbia Federica negli armadi!).

Il copione di Plaza Suite è un tipico Neil Simon, brillante e divertente, ma verboso, pieno di parole e battute che si ripetono; per questo va il mio plauso a Cristina in particolare per essersi imparata in poco tempo tutto il primo atto.

Qualche problemino tecnico c’è stato (ma spesso la colpa è stata del tecnico del teatro), inutile negarlo: qualche effetto sonoro non al momento giusto, un sipario rimasto aperto tra il secondo e il terzo episodio, qualche effetto luce poco funzionale, qualche piccolo vuoto di memoria, un intervallo un po’ troppo lungo.
Sono tutti comunque difetti veniali, e di poco, in una prima, con un tecnico non portato dalla compagnia e che non hanno pregiudicato il divertimento e la riuscita dello spettacolo.

Ciò che mi colpisce sempre quando assisto a uno spettacolo amatoriale è la passione con cui viene fatto. In due ore si brucia il lavoro duro di mesi di prove, organizzazione, studio; ma tutta quella energia si trasmette dagli attori e arriva al pubblico.
Il teatro, secondo me, è quella roba lì: quel fuoco, quella dose di adrenalina.
Gli attori dopo lo spettacolo sono bellissimi: sudati, sporchi, affaticati; ma negli occhi, se fai attenzione, puoi vedere la gioia, la soddisfazione, l’ esaltazione, il piacere puro che si prova per essere riusciti a realizzare qualcosa per cui si è lavorato duramente, condividendola con il pubblico.

“Plaza Suite” di Neil Simon – Compagnia della Talpa
5 giugno 2008 – Teatro Borgonuovo – Rivoli (TO)


Martin Mystere Fest - Commenti

Smaltita la mangiata di sabato sera, torno a parlare del MM Fest per raccontare un po’ come è andata.
Devo dire che sono tornato a casa con la pancia molto piena e il ricordo di una giornata piacevole e serena.
Se dovessi raccontare il fest con poche immagini sarebbero queste:

- “Il Diavolo Rosso”, in cui si è tenuto l’ incontro con Carlo Recagno. Questo locale ricavato da una chiesa sconsacrata ha una atmosfera davvero unica, un misto di sacro e profano con un palco al posto dell’ altare e bottiglie di vino e una bicicletta nelle cripte invece dei dipinti sacri.
Un posto più suggestivo non avrei potuto immaginarlo.





- La telefonata in viva voce con Alfredo Castelli, ancora convalescente dopo la malattia che l’ ha colpito. Non avendo potuto essere presente, il BVZA non ha rinunciato a darci un saluto, dimostrando ancora una volta la sua disponibilità e il suo affetto verso i fan della sua creatura.



- La cena, in un circolo ricavato in una abitazione, al secondo piano di un normalissimo palazzo del centro di Asti. Tavoli nelle stanze e tipica cucina piemontese, con peperoni alla bagna cauda, vitello tonnato, plin al sugo d’ arrosto, fritto misto alla piemontese, bunet ecc…

- Cesare e la sua incredibile raccolta di materiale Mysteriano.

Unica nota negativa, la mancanza di disegnatori: tutti quelli annunciati, per una ragione o per l’ altra, hanno disdetto all’ ultimo momento. Sicuramente avranno avuto tutti delle ragioni validissime, ma l’ ho trovato poco rispettoso soprattutto nei confronti di persone che hanno fatto molti chilometri, anche per incontrare loro.

La frase che racchiude tutto, l’ho sentita da Matteo di Torino durante la cena: “Io vengo qui perché mia moglie i fumetti me li butterebbe nella stufa e i miei amici non li leggono. Qui finalmente, due chiacchiere sui fumetti posso farle”.

Il punto è tutto qui: il desiderio e la gioia di trovarsi con persone che condividono le tue passioni e parlano la tua lingua; il piacere di discutere di personaggi inventati, delle loro storie, di politiche editoriali, di disegni e fantasia senza essere squadrati come extraterrestri. Per noi poveri pazzi, che coltiviamo la fantasia, è sempre un sollievo scoprire di non essere soli ed incompresi nella nostra follia.

P.S. Un grandissimo ringraziamento a Francesco e Luca per aver organizzato tutto.


mercoledì 4 giugno 2008

Martin Mystere Fest ad Asti

Il prossimo week end sarà all’ insegna del fumetto (almeno per gli appassionati come me).
A Torino Lingotto infatti ci sarà l’ appuntamento annuale con Torino Comics, la fiera del fumetto. Gli anni scorsi, solitamente, passavo in fiera il venerdì e il sabato: il venerdì (solitamente più scarno di incontri con gli autori) alla ricerca di albi mancanti, il sabato perennemente in coda per un disegno inedito sul mio quaderno degli sketch.
Quest’ anno però ho deciso di cambiare (anche per via della scarsa partecipazione di ospiti di mio interesse) e andrò solo di venerdì.
Sabato invece parteciperò a un altro appuntamento che si preannuncia simpatico: il nuovo Martin Mystere Fest.

Martin Mystere

Per chi non lo sapesse, Martin Mystere è il protagonista del fumetto omonimo, ideato da Alfredo Castelli, pubblicato dalla Bonelli Editore dal 1982.
Martin Mystere (Buon Vecchio Zio Martin per gli amici), archeologo, studioso, presentatore televisivo, è soprannominato “detective dell’ impossibile”,in quanto si trova a indagare su fatti e vicende misteriose, che non rientrano nei canoni ufficiali.
Questo fumetto è sempre stato caratterizzato da una profonda ricerca bibliografica e storica per la presentazione delle vicende, che hanno sempre riferimenti geografici e storici molto precisi. Poi ovviamente le conclusioni a cui si giunge sono di pura fantasia ma le premesse sono sempre reali o almeno realistiche.
Purtroppo, questa accuratezza ha portato a volte ad appesantire le storie che possono risultare “verbose” o prolisse per un lettore superficiale o abituato a fumetti più d’azione o dalla fruizione più veloce.
E’ proprio questa ricerca però che mi ha sempre affascinato e che spesso mi ha spinto ad approfondire alcune tematiche che trovavo nelle storie; confesso anche che spesso mi sono “spacciato” con gli amici facendo sfoggio di conoscenze apprese proprio in Martin Mystere.

Il Fest

I fan di Martin Mystere, a cui piace chiamarsi “I nipoti di Martin Mystere”, comunicano tramite una mailing list di cui faccio parte e proprio questo sabato hanno organizzato un nuovo Martin Mystere Fest ad Asti.

Il programma in linea di massima dovrebbe essere:
- conferenza con gli autori del fumetto
- visita alla Asti Mysteriosa
- cena con gli autori che si concluderà con l’ immancabile richiesta di disegni inediti.

Purtroppo non potrà intervenire il buon vecchio zio Alfy, cioè Alfredo Castelli, in convalescenza da una brutta malattia e a cui auguro sinceramente una veloce guarigione.

Ci saranno però Carlo Recano, il braccio destro di Castelli su Martin Mystere, Gino Vercelli e Luigi Piccato, più spero qualche ospite a sorpresa.

E’ il mio primo Fest quindi non so bene cosa aspettarmi. Sicuramente tante chiacchiere fumettistiche con altri appassionati.
Devo confessare che ultimamente ho un po’ lasciato le storie di MM, la cui qualità secondo me è molto calata.
Per prepararmi ho comprato l’ ultimo numero, però… spero di non sfigurare!
Vi farò sapere.

venerdì 30 maggio 2008

The Sparker

Leggendo il forum di Comicus.it (se vi piacciono i fumetti, andate a leggerlo!) ho scoperto le strisce umoristiche di Stefano Conte, in arte The Sparker e mi hanno talmente colpito e divertito che ho deciso di parlarne qui sul blog.
Visitando il sito http://www.thesparker.com/ potete avere un assaggio del suo lavoro che al momento si compone principalmente di due serie di strisce “Noi, Robot” e “L’ Uomo Pigro”.

- Noi, robot -



Protagonisti di questa serie sono i mitici robot dei cartoni animati giapponesi, che hanno invaso l’ Italia negli anni ’70, accompagnando i pomeriggi di tanti bimbi come me!
Da Goldrake, a Jeeg, da Daitarn a Voltron V a Mazinga (con una strizzata d’ occhio alle ultime produzioni come Neon Genesis Evangelion), tutti i robottoni condividono lo stesso ambiente e abbandonando definitivamente i loro piloti umani assurgono a protagonisti assoluti delle storie, acquisendo caratteristiche, emozioni, passioni e difetti delle loro controparti in carne e ossa.
Ritratti con un tratto deformante (che ricorda le caricature super-deformed degli autori giapponesi) i robot non sono più fredde macchine da guerra, ma persone che ridono, piangono, fanno sesso, leggono, gioiscono e si disperano.

Il punto di forza di queste strisce è anche il loro punto debole: per apprezzare e capire appieno la battuta di ogni vignetta è necessario conoscere più che bene le caratteristiche dei robot coinvolti. Questo fa impazzire chi come me è cresciuto con queste serie televisive e ancora oggi può cantarne le sigle a memoria, ma chi non le ha potute seguire perché nato negli anni ’80 (o per mille altri motivi) probabilmente non capirà le gag.
L’ autore, consapevole di questo problema ha inserito sul sito una sorta di note a ogni vignetta.

- L’ Uomo Pigro -



L’ Uomo Pigro è la caricatura di un altro classico dell’ animazione giapponese “L’ Uomo Tigre”. Come l’ Uomo Tigre, l’ Uomo Pigro è un Wrestler imbattibile, ma invece di una maschera da Tigre ne indossa una da maiale (notevole il gioco di parole inglese-italiano Pig-ro); come dice il nome stesso, poi, la sua caratteristica principale è l’ assoluta pigrizia di fare qualsiasi cosa e con “qualsiasi” intendo davvero ogni cosa immaginabile, fosse anche solo alzare una mano o muovere un muscolo.
In ogni vignetta l’ Uomo Pigro è disegnato sempre nella stessa identica posizione: ciò che cambia è l’ ambiente e i personaggi intorno a lui.
I collegamenti con il cartone animato originale sono molto ridotti, giusto un accenno alla mitica Tana delle Tigri, la scuola di lotta dell’ Uomo Tigre che qui diventa la tana dei Re Pigri e al suo uomo Mister Ics.

Esperimento interessante, ogni vignetta è leggibile a sè stante, ma lette in successione compongono una storia che permette di apprezzare ancora meglio le gag, che a volte traggono la loro forza proprio dalla ripetitività delle situazioni o da fatti presentati in precedenza.

L’ Uomo Pigro è un personaggio spassosissimo proprio per la sua assoluta pigrizia, che viene portata a livelli estremi, quasi assurdi e proprio per questo divertentissimi.

Ci tengo infine a sottolineare anche il lavoro grafico di The Sparker, i cui disegni apparentemente semplici, evidenziano in realtà una capacità e una perizia davvero notevoli.

Andate a visitare il sito e fatevi due risate: ne vale la pena!

martedì 27 maggio 2008

Quel tarlo mal sincero, che chiamano pensiero...

Da quando ho messo on line il blog, e soprattutto da quando ho cominciato a diffonderne l’ indirizzo, ho ricevuto parecchi riscontri dagli amici che lo hanno letto.
Il post che ha colpito maggiormente è stato “L’ Elastico”, nel quale alcuni si sono identificati e hanno trovato un ‘affinità con le motivazioni che portavo per la creazione del blog.
Mi sono accorto, che ci sono molte persone che ancora credono in “quel tarlo mal sincero, che chiamano Pensiero”, per dirla alla Guccini, che non si rassegnano all’ appiattimento a cui conduce l’ abitudine e la quotidianità.
A quelli che mi hanno espresso questa vicinanza di sentimenti voglio dire che non siamo soli; sono profondamente convinto che spesso basti parlare con le persone per scoprire un mondo.
Faccio un esempio stupido: sapete quanta gente insospettabile ho scoperto che legge fumetti? E quanta gente suona uno strumento?
Solo che normalmente non se ne parla.
Farò del qualunquismo, ma penso sia un esempio delle incredibili contraddizioni del nostro tempo: mai come oggi è possibile accedere alle informazioni, ma ci manca la curiosità di andarle a cercare!
Secondo me è proprio questo il termine fondamentale: CURIOSITA’.
Io vorrei cercare di coltivare (o almeno far sopravvivere) quella curiosità mentale, che al liceo mi faceva tradurre il testo di una canzone per capire cosa diceva, che mi faceva leggere “Il silenzio dei Tartari” perché mi affascinava l' eterna attesa di qualcosa che non arriva mai, che mi fa approfondire il caso del mostro di Firenze e la vita quotidiana degli antichi romani;
quella curiosità che ti tiene la mente aperta, anche quando le strade che ti si aprono mettono in crisi quello che già conosci;
quella curiosità che ti spinge a fantasticare, a esaltarti nell’ ideare mille progetti, che probabilmente non si concretizzeranno mai, ma che ti accendono quella fiamma che ti spinge a fare ricerche, ti occupa la mente e ti fa sentire vivo.
Molto più vivo di fredde statistiche, obiettivi di fine mese, ottimizzazione delle risorse, profitti e crescita, grafici e premi di risultato.
Non mi fraintendete, nessun giudizio di sorta per chi si realizza in campi a me lontani e che si basano su questi aspetti.
Solo, non fanno per me.
“…scusate non mi lego a questa schiera; morrò pecora nera”… e senza una lira, aggiungo io.

lunedì 26 maggio 2008

Paura, eh?

Braccato a Torino Comics (durante il Salone del libro) il grandissimo Carlo Lucarelli, prima della presentazione del suo fumetto “Cornelio”. Ovviamente mi sono fatto autografare un po’ di libri e i numeri 0 e 1 del fumetto appena uscito.
Personalmente apprezzo molto di più il Lucarelli saggista e presentatore; sono un grande fan di Blu Notte e dei libri di approfondimento sui misteri italiani. Trovo molto efficace il suo modo di raccontare fatti reali come fossero storie di fantasia, facendoti appassionare, arrabbiare, pensare. Spesso le sue trasmissioni sono riuscite a stimolare la mia curiosità e a farmi approfondire alcune vicende con altri libri e saggi.
Ho apprezzato meno i suoi romanzi: anche Almost blu, alla fine mi ha un po’ deluso, pur trovando coinvolgenti e emozionanti molte situazioni.

Francamente mi è piaciuto pochissimo il primo numero di Cornelio, storia che mi ha coinvolto poco e per nulla sorpreso, anzi mi sapeva molto di già letto. Ho anche apprezzato poco la deviazione verso l’ horror e le storie di mostri: avrei preferito un bel mistero, anche truculento se proprio gli si vuol dare questo taglio, ma più realistico e verosimile.
Per ora i personaggi li ho trovati abbozzati e distanti, ma è anche solo il primo numero. Un fumetto un po’ troppo leggero che non ha risposto alle aspettative che avevo: sarà un’impressione ma secondo me Lucarelli nel fumetto, ci ha solo messo la faccia e forse qualche idea.



Il giovedì malato


Niente da fare, il giovedì è il giorno maledetto.
Se non è Leonardo sono io.
Ormai è destino che il giovedì alle 15,00, qualcuno in famiglia abbia la febbre.
Finora era toccato a Leo ammalarsi e uscire prima del tempo dal nido.
Questa settimana invece è toccato a me.
Sono dovuto tornare a casa con la febbre a 38,5°. Fortunatamente venerdì ero sfebbrato e mi sono goduto un giorno di convalescenza: tutta la mattina a letto a leggere fumetti!
Mi sono goduto l’ ultima edizione del capolavoro “Batman: year one di Miller – Mazzucchelli” e “Gli occhi e il buio” il romanzo Bonelli di Luigi Simeoni, che si è rivelato una bellissima sorpresa.
Appena ho un attimo magari approfondisco con una mini recensione!

giovedì 22 maggio 2008

Il teatro dà dipendenza


Ho ricominciato.
Dopo due anni di inattività sono tornato sul palco.
Dopo mesi che non ci sentivamo, Enrico mi ha mandato un sms: “Ciao, come stai? Vuoi fare una parte nello spettacolo che stiamo allestendo?” (Ok, forse le parole non erano proprio queste ma il senso c’è).
L’ ho chiamato e mi sono fatto spiegare meglio.
Ci ho pensato.
Ci ho pensato ancora.
Poi ho detto “Perché no?”
Ho accettato perché è una parte piccola, perché l’ impegno è di una sera a settimana e penso di poterlo sostenere, anche se mi sento in colpa a lasciare Franci da sola a occuparsi di Leo, che fatica sempre ad addormentarsi.
…e poi ho accettato perché me l’ha chiesto Enrico con cui ho sempre collaborato bene, e che mi ha sempre aiutato con i miei progetti;
… e poi non c’è niente da fare: il teatro dà dipendenza. E’ una droga. Puoi provare a uscire dal giro ma basta un niente, un amico che ti dice “ma sì, solo un paio di battute” e ci sei di nuovo dentro.
Non so dove troverò il tempo per studiare la parte, ma ci riuscirò in qualche modo.
Per adesso sto cominciando a cercare di capire come rendere il personaggio: dopo anni a faticare per pulire la voce da accenti e cadenze, ora devo fare un gangster siculo-americano!
Dimenticavo: lo spettacolo si intitola “Un gangster di talento”, liberamente tratto da “Pallottole su Broadway” di Woody Allen; è una commedia brillante, divertente, che come tutte le cose che appaiono semplici, in realtà non è facile.
Comunque dopo due anni, posso dire di essere proprio arrugginito!

mercoledì 21 maggio 2008

La cosa più bella


Per cominciare non posso non pubblicare una foto della cosa più bella che ho fatto in vita mia: si chiama Leonardo, ha 15 mesi e mi fa riderissimo!
Per adesso me la godo, sapendo che fra 15 anni non mi farà più così ridere, temo…

L' Elastico...

Perché aprire un blog?
Soprattutto: perché aprire un blog che leggeranno pochissime persone, che probabilmente conosco e con cui potrei parlare di persona?
Egocentrismo? Manie di protagonismo? Tempo da perdere?
Forse un po’ tutto questo, ma non solo.
Questo blog vuole essere la corda che mi tiene attaccato a riva, è il mio filo di Arianna nel labirinto, è l’ elastico quando ti butti dal ponte.
Passano i giorni, i mesi, gli anni e mi accorgo che mi sto appiattendo, che non sono più in grado di formulare delle frasi complesse, che non riesco quasi più a organizzare i pensieri in una forma coerente quando si tratta di argomenti che esulano dalla quotidianità.
A forza di fare lo stesso lavoro tutti i giorni, di parlare sempre degli stessi argomenti, con le stesse persone finisci per usare anche sempre le stesse parole, le stesse frasi, ad avere sempre le stesse opinioni e prevedere quelle di chi ti sta accanto.
Purtroppo si cresce, cambiano gli impegni e le priorità ed è necessario fare delle scelte su come usare quelle 24 ore al giorno, che sempre 24 sono!
Allora mi sono deciso ad aprire questo blog, per obbligarmi a organizzare le idee, a fare dei commenti un po’ più articolati di “bello”, “mi è piaciuto”, “mi ha fatto cagare”.
In questo blog parlerò degli argomenti che mi piacciono, di fumetti (l’ unica passione che resiste alla mia pigrizia e alla mia incoerenza), di teatro, di musica, cinema, giochi…di tutto ciò che stimola la mia fantasia, la mia creatività e mi fa volare con la mente…almeno per un po’.
Se vorrete fare questo viaggio con me (e magari lasciare un commento), sarete i benvenuti!
Buone letture!