venerdì 22 ottobre 2010

Chiudo il blog?

Sono passati 22 giorni tra gli ultimi due post precedenti a questo.
22 giorni in cui ho seriamente pensato di chiudere il blog.
Il tutto è nato da un fatto casuale che vi racconto: navigando su internet, sono capitato su un forum di musica in cui, nella stanza OFF-Topic, si parlava di un blog di un mio amico. Questo blog è molto personale, rivolto esplicitamente agli amici, benché lasciato pubblico, proprio per questo criticabile in alcune scelte, ma so per certo realizzato con le migliori intenzioni.
In questo forum veniva additato e criticato proprio da un altro amico (che non si è quindi rivelato tale) protetto però dall’ anonimato del nickname.
Le prime reazioni sono state molto violente, il blog (e di riflesso il mio amico) è stato preso in giro, insultato, ridicolizzato, sempre ovviamente a insaputa dell’ autore del blog.
Dopo parecchi interventi qualcuno si è messo a ragionare e a difendere comunque il mio amico, riconoscendogli almeno le buone intenzioni, pur magari non condividendone le scelte e difendendo la libertà di pubblicare ciò che preferisce nel suo blog (si parla di esperienze personali, che quindi non offendono la sensibilità di nessuno. Nessun inno alla violenza, alla pedofilia o altri temi moralmente offensivi).

Il forum proseguiva con esempi di varia umanità, di atteggiamenti di superiorità, di violenza, di ragionevolezza, di comprensione, di derisione e tutti gli altri aspetti tipici dell’ animale uomo.

Ho cominciato a chiedermi che senso abbia esporre me stesso, tramite il mio blog, al pubblico ludibrio; perché debba mettere in piazza aspetti comunque personali (anche quando parlo di libri o fumetti) che chiunque può legittimamente ridicolizzare, criticare o altro.
In fondo sono io che per primo rendo pubblico un pensiero: chi legge ha tutto il diritto di farne ciò che vuole (nei limiti civili dell’ educazione).

Nel forum si diceva “che triste ‘sta mania dei blog personali, come se a me ne fregasse qualcosa delle tue paranoie esistenziali”.
Il mio blog contiene “paranoie esistenziali”? Forse qualche volta sì.
Allora perché metterle in piazza?
Aggiungiamo che non credo molto alla sincerità di coloro che dicono “io vado avanti e non me ne frega niente”, perché comunque, essere criticati fa male.

Sinceramente non ho trovato risposta ai miei quesiti, ma quando qualcuno mi dice di non fare una cosa, di solito mi viene la voglia di farla.
Sono andato a rileggermi il mio primo posto “L’ elastico”, vera dichiarazione d’ intenti di questo blog e ho sentito che quella voglia di esprimermi, di allenare il cervello è ancora intatta.
Probabilmente d’ ora in poi cambierò il tenore dei miei articoli, non parlerò di fatti troppo personali, ma per ora si continua.
Fino a quando, si vedrà.

Di Cultura e tavolini che ballano

Se mi si chiedesse una definizione esaustiva ed esauriente della parola “Cultura”, penso che avrei delle difficoltà a rispondere; quando però mi ci imbatto, penso di riuscire a riconoscerla.
Domenica sera sono stato a un incontro presso la libreria “Massena 28”, in via Massena a Torino (indovinate il numero civico).
L’ incontro era il momento conclusivo di un workshop di fumetto svoltosi sabato e domenica con Davide Toffolo.
Io ci sono andato con la speranza di uno sketch, ma purtroppo Davide ha solo salutato e poi è tornato a casa.
L’ incontro è continuato però con uno degli editori della BECCOGIALLO, casa editrice di fumetti specializzata in storie di “fumetto civile”, cioè basati su fatti e persone reali (Ustica, piazza Fontana, il massacro del Circeo, Martin Luther King, sono alcuni esempi).

Gli interventi, le persone intervenute, la libreria stessa erano intrise di voglia di fare e di sapere, di capire, di esprimere, di imparare. I contenuti dell ‘intervento sono troppo lunghi e complessi per affrontarli qui.
In questo contesto ci tengo a parlare della libreria.
Io non sono per forza contrario alla diffusione del libro nei centri commerciali o nelle grandi librerie tipo Feltrinelli, ma le piccole librerie hanno un fascino particolare e si possono permettere un approccio molto più personale.

Tre aspetti che mi hanno colpito:
- I libri sono tutti a prezzo pieno, niente 15% politico come nei supermercati. Unica eccezione, un’ offerta del 15% SOLO sui titoli dei piccoli e piccolissimi editori (il più conosciuto è la Marcos Y Marcos).

- Appesa al muro, di fronte alla porta, la lavagnetta nera, con i titoli dei libri consigliati scritti a mano con il gessetto

- Un tavolino che balla.


E cosa ci si mette sotto un tavolino che balla per farlo stare in piedi? Ovviamente un libro. Ma che in una libreria si usi un libro per una cosa del genere è una cosa strana.
Se però ci si avvicina e si guarda il libro usato, diventa tutto più chiaro!