giovedì 29 aprile 2010

E un' altra volta è notte...e lavoro

Nelle mie intenzioni questo post sarà il più lungo che avrò mai scritto, se non nel numero di parole, sicuramente nel tempo che ci metterò a chiuderlo.
Sono a lavoro, è quasi mezzanotte e sarò qui fino alle 6,38 di domani mattina.
Questa sarà la mia radiocronaca di stanotte, il mio appiglio al mondo là fuori.
Sono arrivato alle 23,00 e da un'ora sono al telefono con mezza Italia per preparare il lavoro che ci aspetta.
Non sono per niente tranquillo: lavoro su qualcosa su cui non mi sento competente e questo non mi rassicura per niente, anche se ho fatto di tutto per capire e prepararmi a ogni evenienza durante il giorno.

Tra pochi minuti partiranno le attività (in realtà una è già partita). Non so quindi quanto tempo avrò di scrivere questo post: sicuramente ci saranno grosse pause e salti, anche di ore.
Mi fa un po' impressione sapere che si potrà leggere in pochi minuti quello che per me saranno state quasi 8 ore di vita.
Meglio che vada adesso a prendermi un caffè visto che non so poi come andranno le cose!

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Non ho fatto neanche in tempo a finire il caffè che sono stato contattato da tutti e si parte sul serio. Appena posso ricomincio a scrivere.
...prima però finisco il caffè.


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...e il programma gira, gira, gira...


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Sono andato su http://webradio.coolstreaming.us/ un sito su cui sono raccolte un sacco di radio da ascoltare on line. Sono divise per genere musicale.

E' una gran figata! Ora ne ho scelta una che trasmette classici del rock e stanno trasmettendo i Lynard Skynard (quelli di Sweet Home Alabama, per intenderci).


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Ok è partita Purple Haze di Jimy Hendrix e io sono in attesa dei tecnici sparsi in giro per il Piemonte.

Per adesso niente sonno, grazie alla Fender di Jimy, alle telefonate o forse al caffè.


Mi torna in mente Leonardo, addormentato con il suo pigiamino di Buzz Lightyear e Otto e Nello sul cuscino vicino a lui. Gli ho promesso che quando si sveglierà troverà la brioche per colazione.


I pensieri vagano e mi piace scrivere senza sapere cosa verrà dopo.

Stasera fa molto caldo, ho dovuto aprire le finestre per far entrare un po' d' aria.

Quando sono uscito di casa è stata la prima cosa che mi ha colpito: un' aria calda, quasi da sera d' estate, senza quella piacevole frescura notturna (intanto sono partiti i Rolling Stones).


Questo è quello che si vede fuori dalla finestra dell' ufficio:





Non particolarmente affascinante, in effetti.


Decisamente più affascinante la notizia che ho sentito in radio qualche giorno fa, cioè che è stata pubblicata la foto con il tempo di esposizione più lungo mai realizzata: 6 mesi! Sì proprio 6 mesi di tempo di esposizione. La foto non è stata neanche scattata con chissà quale macchina fotografica ma semplicemente con un apparecchio fatto in casa, composto da una lattina con un buco e un foglio di carta fotografica.

La foto realizzata è questa:



Le righe luminose sono le traiettorie del sole, a diverse altezze a seconda della stagione. La più alta corrisponde al solstizio d' estate, la più bassa a quello d' inverno.

Tutte le informazioni le ho trovate qui mentre un paio di altre foto suggestive sono qui.

Ora interrompo per un po'. Sentiamo a che punto sono gli altri.

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E un' attività è andata. Praticamente stanotte le attività sono 4 (ufficialmente 3 ma una è su due impianti e vale doppio). Una parte di quella doppia è conclusa. Per ora tutto bene.

Sono passato al jazz moderno; i classici del rock alle 2 di notte, da soli, lavorando, sono un po' pesantini, le chitarre troppo intrusive e la batteria martellante. Meglio un sottofondo soft, con chitarre poco distorte e ovattate, sassofoni e una batteria delicata; sicuramente concilia di più il sonno, ma è anche più rilassante e quindi piacevole in questo momento.
Credo che comunque durante il giorno non riuscirei ad ascoltare questa musica per più di un quarto d' ora.

Mi verrebbe di parlare di qualche fumetto, ma mi hanno chiamato e devo continuare. Ci sentiamo tra un po'.

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Non voglio dirlo troppo forte ma sembra che sia andata.
Le attività sembra si siano concluse tutte con esito positivo. C'è stato qualche piccolo intoppo ma sembra risolto. Ora rimane tutta la parte burocratica, a volte più impegnativa del alvoro stesso, e sempre più noiosa e antipatica.
Poi magari riesco anche a rilassarmi un attimo.

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Finita. Sono le 6:10. Ora sistemo tutto con calma e me ne torno a casa. Sono parecchio tronato e le dite sulla tastiera mi sembrano pesantissime.
Ora vado a comprare le brioche e poi dritto a casa a svegliare Leo e Franci. Aspetto che escano e poi mi faccio qualche ora di sonno. Speriamo che le bambine dei vicini non piangano di nuovo tutto il giorno.
Di fumetti alla fine non ho parlato, ma ho preferito riposare un po'. Facciamo la prossima volta.
Bensvegliati a tutti!

lunedì 26 aprile 2010

Pensa che una volta mi sono cambiato in un gazebo!


Ci sono cose che fai perché devi, altre che fai perché ti piacciono, altre ancora perché poi te le puoi giocare, raccontandole agli amici una sera d’ inverno.
La replica dello spettacolo “Scusate gli eroi” che abbiamo fatto ieri pomeriggio ad Alpignano è stata un po’ tutte e tre le cose.

Raccontare come uno spettacolo sul parallelismo tra un tossico degli anni ’80 e Jan Palach, personaggio storico della primavera di Praga, sia capitato a una manifestazione per il 25 Aprile è un po’ complicato; noi comunque c’eravamo con i nostri cubotti e i vestiti pesanti, sotto un sole che quest’ anno non si era ancora visto.



Immaginare un contesto peggiore per uno spettacolo teatrale come il nostro è molto difficile: già la storia è complicata da seguire a teatro con il silenzio e le luci a effetto, figuriamoci su un piccolissimo palco, montato sul lato di una piazzetta, di fronte a una strada pedonale, e sull’ altro lato un bar dove dei vecchietti bevevano e giocavano a carte.

In questa foto potete vedere il gazebo adibito a camerino.



Ovviamente niente quinte, niente luci, un’ unica entrata al palco con una scaletta di legno.

Il palco era messo al fondo di Viale della Vittoria, per l’ occasione piena di bancherelle di artigiani, dolciumi e prodotti tipici.

Prima di noi si è esibito un gruppo di ballerini sardi, come testimoniato da questa foto.





E’ facile quindi immaginare l’ interesse del pubblico per uno spettacolo teatrale drammatico della durata di un’ ora!
Francesca e alcuni amici sono venuti ad assistere e persino lei ha fatto fatica a seguire la vicenda (anche perché Leo la distraeva con la sua occupazione: raccogliere pietrine da buttare nei tombini).

Raccontata così sembra la cronaca tragicomica di un disastro: in realtà è andata meno peggio del previsto; secondo me, abbiamo fatto comunque una bella figura, mostrando serietà e professionalità. Qualcuno tra il pubblico si è fermato ad assistere e alla fine c’è stato anche un applauso a scena aperta (mai espressione è stata più calzante).
In alcuni momenti c’è stato persino un silenzio attento, con la gente che smetteva di passeggiare e parlare al cellulare, per stare ad ascoltare.

Credo che alla fine tutti nella compagnia si siano divertiti e sicuramente queste occasioni fanno esperienza e permettono di imparare molte cose.

Mal che vada, alla cena di Natale potremo raccontare di quella volta che ci siamo cambiati i vestiti in un gazebo in una piazza di Alpignano!

martedì 13 aprile 2010

Mentre la chitarra piange

Dovrei parlare dell' ultima edizione di Torino Comics e del mio Compleanno che se n'è andato una settimana fa, ma francamente non ne ho voglia.
Stamattina ho cominciato l' ascolto del White Album dei Beatles e mi sono goduto quel capolavoro che è "While my guitar gently weeps".
Le corde di quella chitarra sembrano entrarmi nelle vene e risuonare in armonia con le mie viscere, "mentre la mia chitarra gentilmente piange".
Per poco più di due minuti me ne sono andato via, dal traffico e dai semafori.