venerdì 22 ottobre 2010

Di Cultura e tavolini che ballano

Se mi si chiedesse una definizione esaustiva ed esauriente della parola “Cultura”, penso che avrei delle difficoltà a rispondere; quando però mi ci imbatto, penso di riuscire a riconoscerla.
Domenica sera sono stato a un incontro presso la libreria “Massena 28”, in via Massena a Torino (indovinate il numero civico).
L’ incontro era il momento conclusivo di un workshop di fumetto svoltosi sabato e domenica con Davide Toffolo.
Io ci sono andato con la speranza di uno sketch, ma purtroppo Davide ha solo salutato e poi è tornato a casa.
L’ incontro è continuato però con uno degli editori della BECCOGIALLO, casa editrice di fumetti specializzata in storie di “fumetto civile”, cioè basati su fatti e persone reali (Ustica, piazza Fontana, il massacro del Circeo, Martin Luther King, sono alcuni esempi).

Gli interventi, le persone intervenute, la libreria stessa erano intrise di voglia di fare e di sapere, di capire, di esprimere, di imparare. I contenuti dell ‘intervento sono troppo lunghi e complessi per affrontarli qui.
In questo contesto ci tengo a parlare della libreria.
Io non sono per forza contrario alla diffusione del libro nei centri commerciali o nelle grandi librerie tipo Feltrinelli, ma le piccole librerie hanno un fascino particolare e si possono permettere un approccio molto più personale.

Tre aspetti che mi hanno colpito:
- I libri sono tutti a prezzo pieno, niente 15% politico come nei supermercati. Unica eccezione, un’ offerta del 15% SOLO sui titoli dei piccoli e piccolissimi editori (il più conosciuto è la Marcos Y Marcos).

- Appesa al muro, di fronte alla porta, la lavagnetta nera, con i titoli dei libri consigliati scritti a mano con il gessetto

- Un tavolino che balla.


E cosa ci si mette sotto un tavolino che balla per farlo stare in piedi? Ovviamente un libro. Ma che in una libreria si usi un libro per una cosa del genere è una cosa strana.
Se però ci si avvicina e si guarda il libro usato, diventa tutto più chiaro!

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